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Evoluzione e sviluppo delle nuove forme di povertà, nel racconto degli osservatori diocesani




13,2 13,4 13,3

12,2
11,3


9,7
9,3
FigURA 3 - UTENTI
ITALIANI IN CASA
DI PROPRIETà (%).
FOnte: CARItAs
DellA tOsCAnA,
2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
PROgettO MIROD,
2013


“Un tempo simbolo di sicurezza economica, oggi la casa alimenta la povertà: avere un tetto
può rappresentare un problema, poiché grava sulle tasche delle famiglie e questa spesa può
contribuire a radicarle in situazioni economiche insostenibili. Possedere una casa ormai co-
stituisce un peso e non una sicurezza come accadeva in passato: il mutuo o l’afftto da pa-
gare diventano insostenibili quando le entrate economiche diminuiscono o vengono azzera-
te dalla perdita di lavoro di uno dei componenti della famiglia, spesso unico procacciatore di
reddito. Cresce il numero di coloro che si impoveriscono pur avendo una casa ma al polo op-
posto cresce anche il numero di chi non può nemmeno permettersi di vivere in una casa”. 15

c) Afftti, mutui e spese accessorie. La quota di utenti in regola con il pagamento delle
spese abitative si riduce progressivamente: in caso di affanno economico, le spese
relative ai costi accessori dell’alloggio sono infatti tra le prime ad essere rinviate. Si ri-
scontrano a tale riguardo problemi con le banche per il pagamento dei mutui, diffcol-
tà nel pagare gli afftti, numerosi casi di rischio sfratti e diffcoltà con gli enti gestori
delle utenze. Gli operatori Caritas si fanno spesso portavoce di queste problematiche,
chiedendo direttamente agli enti la rateizzazione delle spese. Numerosi sono stati gli
aiuti economici, da parte delle Caritas, per far sì che intere famiglie non si trovassero
in strada o senza luce, acqua e gas. Il mancato pagamento dei canoni di afftto ha in-
crementato i casi di sfratto per morosità, a volte non pienamente giustifcati dalla si-
tuazione di diffcoltà economica della famiglia, e che hanno portato nel tempo a dei
veri e propri “blocchi di mercato”, nel settore della locazione immobiliare.

“In particolare, per quanto riguarda il mercato degli afftti è in corso un vero e proprio pro-
blema sociale, nel senso che a causa dello scarso reddito disponibile (mancanza di lavoro,
indebitamento, problemi di salute etc.) sono esplosi i casi di “sfratto per morosità”. Le cen-
tinaia di pratiche di sfratto per morosità sono diventate un fenomeno da studiare e analiz-
zare attentamente perché non sempre gli affttuari smettono di pagare perché realmente
impossibilitati. Certamente, senza entrare in giudizi affrettati, viste le lungaggini burocrati-
che per mettere in essere uno sfratto esecutivo, per molti è diventato un valore seconda-
rio quello di rispettare le clausole del contratto di locazione. In questo modo, i proprietari
di immobili si trovano a volte catapultati in lungaggini legali che disincentivano la riattiva-
zione di nuove locazioni. Anche per questi motivi, sono diventati migliaia gli appartamenti
privati non occupati; da qui l’esigenza di sperimentare nuove forme “contrattuali” tra la do-
manda e l’offerta che arrivino a locazioni economicamente ridotte rispetto all’attuale media
di mercato e a forme di compensazione per quei proprietari che non incassano le rispetti-
ve rate dell’afftto”. 16

d) Coabitazioni e sub-afftti. Per le famiglie in diffcoltà nel sostenere le spese dell’abita-
zione, la possibilità di poter accedere ad un’abitazione popolare appare l’unica alter-
nativa possibile per non cadere in povertà assoluta. Nell’attesa di una assegnazione

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