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Rapporto 2014 sulla povertà e l’esclusione sociale in Italia

non vi sono solamente persone senza dimora o prive di alloggio. Vi sono anche situazio-
ni di disagio abitativo che riguardano persone e famiglie che vivono in regolari alloggi, ma
che incontrano diffcoltà di vario genere, che spaziano dall’aumento dei casi di esclusione
abitativa, al crescente numero di famiglie che non riescono a far fronte alle spese abitati-
ve, i problemi di sovraffollamento e di coabitazione forzata, il peggioramento della qualità
degli alloggi, la diffcoltà ad accedere al mercato immobiliare, ecc.


a) L’esclusione abitativa: Per diversi anni, nello specifco ambito dei centri di ascolto,
le situazioni di esclusione abitativa si erano andate sostanzialmente riducendo, sia
dal punto di vista numerico che dal punto di vista della loro incidenza sul totale degli
ascolti effettuati. Con la crisi economica, le situazioni di esclusione abitativa sono an-
date crescendo: aumentano coloro che dichiarano di non avere un domicilio stabile
e si appoggiano da amici, dormono in rifugi di fortuna, in macchina o in strada. Alcuni
di coloro che faticano a pagare l’afftto fniscono in strada e, non trovando lavoro, non
riescono a vedere soluzioni, se non quella di spostarsi da un posto all’altro per cerca-
re nuove occupazioni. Interessante notare come la condizione abitativa possa esse-
re considerata come indicatore del livello di impoverimento di una persona/famiglia,
lungo un percorso di progressiva perdita di capacità abitativa, che vede ad un estre-
mo del continuum la presenza di persone con status di proprietari e, all’altro estremo,
l’assenza totale di un tetto per la notte.

b) Anche i proprietari hanno diffcoltà. La maggioranza degli utenti Caritas vive in afftto:
sia presso abitazioni private che, sempre più spesso, presso case in afftto da Ente
pubblico. Tuttavia, essere proprietari dell’alloggio di residenza non elimina del tut-
to il rischio di povertà: senza un reddito adeguato anche la casa di proprietà può di-
ventare un peso eccessivo da sopportare. Ad esempio, nelle diocesi toscane la pre-
senza di utenti che vivono in casa di proprietà è pari al 5,8% del totale. Tra gli italia-
ni la quota di proprietari è ulteriormente elevata, pari al 13,3%. Nel corso degli anni,
la quota di proprietari è andata progressivamente crescendo: dal 9,7% del 2006 al
13,3% del 2012 (cfr. fg. 3). In altri contesti territoriali, la presenza di utenti pro-
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prietari della loro abitazione è ancora maggiore, ed è ulteriormente aumentata nel
corso dell’ultimo biennio. Ad esempio, la Caritas di Rimini evidenzia un aumento di
proprietari dell’immobile di residenza pari a quasi il 70% in soli due anni (dal 2010
al 2012). Si tratterebbe in gran parte di adulti che vivono soli o con familiari o amici,
seguiti da anziani e giovani coppie. 14


AmiCi/FAmiLiARi | 16,1%

eDiLiziA POPOLARe | 6,6%
C/O DATORe Di LAvORO | 3,7%

CAsA ACCOGLienzA | 2,7%
ALLOGGiO Di FORTUnA | 8,0%

senzA ALLOGGiO | 5,7%
CAsA PROPRiA | 5,8%

in AFFiTTO | 51,4%





FigURA 2 - STATUS ABITATIVO DEGLI UTENTI CARITAS (%).
FOnte: CARItAs DellA tOsCAnA, PROgettO MIROD, 2013

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