Page 97 - index
P. 97

LE POLITICHE CONTRO LA POVERTÀ IN ITALIA / RAPPORTO 2014


percorso sperimentale come un pre-requisito necessario alla successiva introduzione di
una misura nazionale contro la povertà; efettivamente, negli anni scorsi non è stata regi-
strata – a mia conoscenza – alcuna presa di posizione in tal senso. Le conoscenze disponi-
bili, gli insegnamenti delle sperimentazioni già compiute - nazionali e regionali – l’appro-
fondito dibattito, italiano ed internazionale, fornirebbero elementi sufcienti per partire
con un Piano nazionale che conduca gradualmente all’introduzione della suddetta mi-
13
sura. Non esistono, dunque, motivi di natura tecnica all’origine delle sperimentazioni: le
ragioni sono da cercare altrove.


Il Governo Berlusconi
In ordine di tempo, la prima sperimentazione è quella della Nuova Social Card (d’o-
ra in avanti NSC) nelle dodici città più grandi d’Italia, progettata (e fnanziata) ad inizio
14
2011 dall’allora Governo Berlusconi - Ministro del Welfare Sacconi - con l’intento di pro-
muovere due fnalità assolutamente inedite. Per prima cosa, la privatizzazione dei fnan-
ziamenti pubblici: lo Stato li avrebbe distribuiti direttamente ai soggetti non proft nel
territorio, che avrebbero deciso – a propria discrezione – a chi assegnarli. S’intendeva
così attribuire al non proft, un soggetto privato, il potere di individuare gli utenti di una
misura alimentata con stanziamenti pubblici. E come seconda fnalità, l’esclusione dei
Comuni dagli interventi locali contro la povertà.
A diferenza della Carta Acquisti tradizionale, la NSC prevedeva di afancare all’ero-
gazione di contributi economici i servizi alla persona; questi ultimi, però, sarebbero stati
forniti esclusivamente dal Terzo Settore nell’ambito di un suo collegamento diretto con
il livello nazionale, senza alcun ruolo per gli Enti Locali. Un sifatto modello, non adotta-
to in alcun paese europeo, avrebbe sancito una rottura netta rispetto alle ipotesi di fon-
15
do sugli interventi contro la povertà in Italia, condivise dalla quasi totalità degli esperti
e dei soggetti coinvolti (Tab. 5). Avrebbe dovuto essere realizzato nel 2012 ma la caduta
del Governo Berlusconi lo impedì. Durante il successivo Esecutivo Monti, che non dedi-
cò attenzione alle politiche sociali, il Sottosegretario Guerra ridisegnò la NSC, attribuen-
16
dole le caratteristiche defnitive (riprese oltre) e riconducendola così ai capisaldi condi-
visi dai più.

Il Governo Letta
Nei primi mesi dall’avvento di Letta maturarono aspettative positive, in un contesto
segnato da una crescente consapevolezza della difusione del disagio sociale e della esi-
genza di non fare dell’austerità l’unica ragione di esistere delle politiche pubbliche. Il dise-
gno di legge di Stabilità presentato a fne settembre 2013, tuttavia, non conteneva inter-
venti contro la povertà e rivelò la sostanziale continuità di questa compagine governativa




13 Per una rassegna e discussione delle esperienze già realizzate si vedano per l’Italia: U. Trivellato, P.
Spano, N. Zanini, Imparare dall’esperienza - L’Italia, C. Gori et alii, “Il Reddito d’Inclusione Sociale
(Reis). La proposta dell’Alleanza contro la povertà in Italia”, Roma, in corso di pubblicazione; R. Lu-
mino e E. Morlicchio, “Gli schemi regionali di reddito minimo: davvero una esperienza fallimenta-
re?”, Autonomie Locali e Servizi Sociali, 36 (2), 2014, pp. 235-248; per l’estero G. Busilacchi, Welfare e
diritto al reddito. Le politiche di reddito minimo nell’Europa a 27, Franco Angeli, Milano, 2013; S. Sacchi,
Imparare dall’esperienza – L’estero, in C. Gori et alii, “Il Reddito d’Inclusione Sociale (Reis). La proposta
dell’Alleanza contro la povertà in Italia”, Roma, in corso di pubblicazione.
14 Sono Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia e Ve-
rona.
15 Se nel 2011 era la “quasi totalità”, oggi credo si possa parlare di “totalità”. Queste sono le ipotesi fatte
proprie da tutte le proposte esaminate nel capitolo 7, compresa quella del Reddito d’inclusione
sociale (Reis) promossa dall’Alleanza contro la povertà in Italia, alla quale aderisce la Caritas (cfr.
cap. 9).
16 Maria Cecilia Guerra ha avuto la delega alle politiche sociali sia nel Governo Monti, in qualità di Sotto-
segretario al Welfare, sia in quello Letta, questa volta con il ruolo di Viceministro sempre al Welfare.

95
   92   93   94   95   96   97   98   99   100   101   102