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IL BILANCIO DELLA CRISI


Tab 3 La spesa sociale dei Comuni

Anno Spesa come % Pil
1995 0,3
2005 0,39
2010 0,46
2010-2012 Riduzione del 6% 11


Obiettivo della Commissione Onofri per il 2012 1,4

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Fonte: Gori et al., 2014
Seppure con diversità territoriali, l’incrocio tra la riduzione di una già contenuta spe-
sa pubblica e l’impetuosa crescita delle domande ha costretto tutti i Comuni ad afron-
tare situazioni sempre più critiche in relazione ai seguenti aspetti (esaminati in dettaglio
nel cap 2):
• l’accesso. A un numero sempre maggiore di persone che chiedono sostegno, l’Ente Lo-
cale risponde dicendo che non ha i mezzi per occuparsene (cfr. par 4). Lo testimonia
l’aumento del numero di coloro che si rivolgono alla Caritas;
• il target. Con pochi fondi e tante richieste ci si concentra inevitabilmente sulle situazio-
ni più gravi ed emergenziali, riducendo gli interventi di carattere preventivo/promo-
zionale. Ciò signifca, tra l’altro, non intervenire su famiglie in condizioni critiche ma
non ancora fortemente deteriorate, quando ancora ci sono margini per uscire dalla
povertà;
• la natura delle risposte. L’esiguo numero di operatori rispetto ai casi da seguire rende
più difcile costruire efcaci prese in carico e progetti personalizzati di inserimento
sociale. Si riducono così le opportunità di agire sul raforzamento delle capacità delle
persone di fronteggiare le situazioni critiche.

Inoltre, in questa fase già di per sé turbolenta, la specifca realtà degli interventi contro
la povertà alimentare sta vivendo complessi cambiamenti Come spiega il capitolo 5, infat-
ti, è venuto meno il programma europeo del Pead, che per lungo tempo ha rappresentato
un’importante fonte di approvvigionamento – in Italia grazie all’AGEA - per le organizza-
zioni caritative dei Paesi membri, fornendo loro alimenti da distribuire gratuitamente agli
indigenti. Il Pead è stato chiuso nel 2013 per essere sostituito con il nuovo Fondo di aiuti
europei agli indigenti (FEAD). Le sue caratteristiche, come la possibilità di prevedere mi-
sure per l’inclusione sociale accanto alla distribuzione degli alimenti, lo rendono un’occa-
sione di innovazione e sviluppo del settore. Il capitolo 5 illustra, d’altra parte, le difcoltà
legate alla transizione tra i due programmi, acuite dal cambio di Governo ad inizio 2014. In
questo momento incombe il pericolo di un’interruzione del sostegno agli interventi, do-
vuta al passaggio dalla chiusura del precedente Programma all’avvio del nuovo.

3. Le sperimentazioni avviate
In assenza di adeguati interventi o, meglio, in presenza del peggioramento di quel-
li esistenti, negli ultimi tre anni sono state messe in campo varie sperimentazioni di po-
litiche nazionali contro la povertà. Perché lo si è deciso? Oggi nessun esperto giudica un





11 A diferenza degli altri dati riportati, in questo caso non si tratta di una percentuale del Pil, ma è un
confronto tra il 2010 e il 2012.
12 C. Gori, V. Ghetti, G. Rusmini, R. Tidoli, Il welfare sociale in Italia. Realtà e prospettive, Carocci, Roma,
2014.

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