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IL BILANCIO DELLA CRISI


2014. Le stime lì proposte permettono di rispondere alla domanda: “cosa cambierà per i
redditi delle famiglie povere nel 2014 come conseguenza di tali misure?”.
I principali interventi del Governo Letta consistono nell’incremento della detrazione
Irpef a favore dei lavoratori dipendenti (più altre variazioni dell’imposta sul reddito di mi-
nore importanza), nell’aumento dell’aliquota ordinaria Iva dal 21% al 22% e nei cambia-
menti nella tassazione degli immobili (in particolare la riduzione dell’Imu e l’introduzio-
ne della Tasi). Complessivamente, la povertà assoluta rimane di fatto invariata dopo gli
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interventi di Letta: la sua politica economica non ha aiutato le famiglie in povertà ma non
ne ha neppure peggiorato le condizioni.
Il capitolo 6 ha anche considerato l’introduzione del cosiddetto “bonus di 80 euro
mensili” da parte del Governo Renzi per 8 mesi (da maggio a dicembre 2014) riservato
ai lavoratori dipendenti che abbiano un reddito imponibile compreso tra 8.145 e 24mila
euro; il bonus poi decresce linearmente, per annullarsi a 26mila euro. Lo otterrà circa una
famiglia in povertà assoluta su quattro: si tratta perlopiù di nuclei con un solo reddito da
lavoro e numerosi fgli. D’altra parte, questi nuclei riceveranno un bonus inferiore agli 80
euro, in media 303 euro nel 2014, pari a 38 euro al mese (media calcolata solo sulle fa-
miglie povere assolute che risultano assegnatarie). Infatti, molti nuclei sperimentano la
povertà assoluta proprio perché i lavoratori in essi presenti sono occupati solo una par-
te dell’anno (tab. 2).
Complessivamente il bonus di Renzi ha avuto un qualche efetto sulla povertà ma di
portata assai ridotta, come mostrano le stime sia sulla sua difusione sia sulla sua intensi-
tà. Come noto, è stata annunciata l’intenzione, a partire dal 2015, oltre che di mantener-
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lo per chi già lo riceve, di estenderlo anche agli incapienti, cioè coloro i quali non pagano
le imposte perché hanno un reddito troppo basso, condizione sperimentata dalla mag-
gior parte delle persone in povertà assoluta (cfr. cap. 6).

Tab. 2 Difusione e intensità della povertà assoluta

Senza interventi Dopo interventi Dopo interventi di
di Letta e Renzi di Letta Letta + Bonus di Renzi
(maggio 2014)
% di famiglie 6,09 6,11 5,9
in povertà assoluta

% di intensità 38,6 38,8 39,5
della povertà assoluta

(tabella tratta dal cap. 6)


Le politiche sociali
Le azioni di politica economica direttamente rivolte a sostenere il reddito delle fami-
glie, dunque, sono risultate sostanzialmente “neutre” nei confronti di quelle in povertà,
non avendone né migliorato né peggiorato le condizioni in misura rilevante.







7 Il cap. 6 utilizza una metodologia di calcolo della povertà assoluta (basata sui redditi) leggermente
diversa da quella Istat (basata sui consumi), alla quale si fa riferimento nel cap 1. La difusione del
fenomeno è sostanzialmente sovrapponibile, tocca il 6,1% secondo la metodologia applicata nel
cap. 6 e il 6,8% secondo Istat. Dunque, i risultati del cap. 6 sono validi anche nel caso in cui la pover-
tà assoluta venga calcolata col metodo adottato dall’Istat.
8 L’indice di intensità permette di determinare “quanto” siano povere le famiglie in tale condizione.
L’indice varia tra 0 (quando tutti i poveri hanno reddito pari alla linea di povertà) e 1 (quando tutti
i poveri hanno reddito nullo). Dunque, tanto più l’intensità si avvicina ad 1 tanto minore è il livello
medio di reddito dei poveri.

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