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IL BILANCIO DELLA CRISI
mediamente il reddito disponibile monetario delle famiglie italiane diminuirebbe di 184
euro. La modifca alle detrazioni Irpef comporta un efetto positivo per quasi tutte le fa-
miglie, se si escludono il 5% più ricco ed il 5% più povero, ma l’Iva è sufciente per an-
nullare di fatto questi guadagni. Aggiungendo la Tasi, il saldo netto diventa negativo per
tutte le famiglie, con una riduzione percentuale del reddito maggiore all’aumentare di
quest’ultimo. Il 5% più povero subisce l’impatto negativo sia dell‘Iva che, in parte, anche
della Tasi, mentre non benefcia dello sgravio Irpef.
Per le famiglie in povertà assoluta in media (Tab. 7.1) il reddito diminuisce di 25 euro,
cioè dello 0,51%, in misura maggiore (percentualmente) rispetto alle altre famiglie.
Per quelle in povertà relativa, invece, il calo è, in assoluto, di 20 euro circa, una varia-
zione percentuale molto inferiore a quella media generale. Esse risultano le meno colpi-
te dai provvedimenti su Iva e Tasi, mentre ottengono una signifcativa riduzione del ca-
rico Irpef.
La riduzione dell’indice di Gini, anche se modestissima, conferma che in termini rela-
tivi le famiglie più ricche sono maggiormente colpite dai provvedimenti rispetto a quelle
con reddito medio-basso.
Le percentuali di famiglie che si trovano in povertà relativa e assoluta non vedrebbero
praticamente modifcata la loro condizione da queste misure (Tab. 7.2).
Fig. 7.1 Variazione percentuale del reddito disponibile delle famiglie
a seguito delle variazioni di Irpef, Iva e imposta sulla prima casa nel 2014,
per ventili di reddito disponibile equivalente
Tab. 7.1 Variazione del reddito delle famiglie e dell’indice di Gini
a seguito delle modifche su irpef, Iva e Tasi
Per le famiglie in povertà assoluta -0,51%
Per le famiglie non povere assolute -0,47%
Per le famiglie in povertà relativa -0,25%
Per le famiglie non povere relative -0,49%
Per tutte le famiglie -0,50%
Indice di Gini del reddito disponibile equivalente -0,0007
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