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LE POLITICHE CONTRO LA POVERTÀ IN ITALIA / RAPPORTO 2014


Di seguito ci occupiamo solo di Imu e Tasi, dal momento che per la Tari sono troppe le
variabili di carattere locale da tenere in considerazione per ottenere un quadro realistico
del suo impatto distributivo.
Rispetto al 2013, quindi, torna con la Tasi l’imposizione sull’abitazione di residenza. Il
suo impatto distributivo dipende in modo essenziale dalle aliquote scelte e dalla presen-
za o meno di una detrazione per alcune fasce della popolazione. Senza detrazione, la Tasi
è a tutti gli efetti un’imposta proporzionale sul possesso degli immobili, che fnisce per
colpire tutti i redditi e non solo o non soprattutto quelli più alti, come molti ritengono.
Questo perché il rapporto tra il valore catastale degli immobili e il reddito non aumenta
all’aumentare del reddito: infatti, anche se al crescere del reddito in genere si preferisco-
no case più costose, tuttavia il valore catastale degli immobili sottostima i valori di mer-
cato e quindi il valore della casa non tiene il passo con l’incremento del reddito. Inoltre,
fra le famiglie più povere è alta la quota di famiglie che vivono in aftto. Quindi questo
signifca che un’imposta proporzionale al valore del patrimonio, senza detrazioni, fnisce
con il pesare molto sui redditi dei proprietari, e soprattutto di coloro che hanno redditi
bassi e medio-bassi. In altri termini essa si rivela decisamente regressiva sui proprietari,
mentre lo è solo leggermente tra tutte le famiglie, ma solo perché molte famiglie povere
non la pagano o ne pagano una quota ridotta. Anche in questo caso, comunque, l’inci-
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denza sarebbe superiore per le famiglie più povere.
La base imponibile della Tasi è la stessa della vecchia Imu prima casa: il valore catasta-
le rivalutato del 5% e poi aumentato di un ulteriore 60%.
L’aliquota base dell’Imu era superiore a quella della Tasi, ma l’Imu prevedeva anche
una detrazione particolarmente signifcativa (200 euro per ogni abitazione, più 50 euro
per ogni fglio residente fno a 26 anni). Per la Tasi al momento è prevista una detrazione
base di 500 milioni fnanziata dallo Stato centrale.
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5.2 Gli efetti
Per valutare le variazioni nell’impatto distributivo delle imposte sugli immobili nel
2014, è necessario fare alcune ipotesi sui parametri che verranno fssati nel corso dell’an-
no dagli enti locali, in particolare aliquote e detrazioni della Tasi. Per quanto riguarda in-
vece l’Imu sugli altri immobili, assumiamo che si mantengano invariate le aliquote già fs-
sate precedentemente. Dal momento che nei nostri dati non possiamo risalire al livello
comunale e quindi usiamo aliquote medie, ci limitiamo ad incrementare queste ultime
dell’aliquota Tasi. A proposito della Tasi, l’incertezza sugli esiti distributivi e di gettito è
inevitabile, dal momento che sia l’aliquota che le detrazioni saranno oggetto di scelta da
parte di migliaia di enti diversi.





12 Secondo la legge, gli inquilini devono pagare il 10% della Tasi (percentuale che i comuni possono
aumentare fno al 30%). Si tratta ovviamente di un onere formale: l’efettivo grado di traslazione
dell’imposta dai proprietari agli inquilini dipende dall’andamento dei canoni. Ė comunque signif -Ė comunque signif -comunque signif-
cativo che la Tasi, a diferenza dell’Imu, attribuisca anche da un punto di vista giuridico agli inquilini
una parte dell’onere.
13 Inizialmente per la Tasi non era prevista alcuna detrazione, poi nel dibattito parlamentare si è ap-
prodati ad una detrazione complessiva che al massimo dovrebbe valere, per quanto se ne sa al
momento in cui il presente Rapporto viene chiuso, 1,9 miliardi di euro, derivanti per 500 milioni da
un trasferimento dal centro, e per il resto dalla possibilità di maggiorare l’aliquota fno al 3,3 per
mille. Secondo un emendamento presentato dal governo al d.l. enti locali ad inizio gennaio 2014,
i Comuni nel 2014 avranno infatti la possibilità di variare l’aliquota base della Tasi, fssata all’1 per
mille, fno ad un massimo del 3,3 per mille. Tutta la diferenza tra il 3,3 per mille ed il 2,5 per mille,
l’aliquota massima inizialmente stabilita per l’anno in corso, dovrà però essere utilizzata per incre-
mentare la detrazione a favore delle famiglie con reddito basso, secondo criteri che potranno esse-
re fssati dalle singole amministrazioni comunali. Ovviamente i comuni possono anche scegliere di
mantenere ad un livello molto inferiore l’aliquota della Tasi, ma in questo modo potranno contare
solo sulla detrazione base.

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