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IL BILANCIO DELLA CRISI


sivo, nel senso che l’onere cresce in misura meno che proporzionale all’aumentare del
reddito, e quindi pesa di più sui redditi più bassi: il maggior prelievo infatti rappresenta
in media per tutte le famiglie italiane lo 0,2% del reddito, ma questa percentuale sale allo
0,25% del reddito per il 5% di famiglie più povero e scende a 0,16% per il 5% più ricco.
Come si evince dalla tab. 4.1, che mostra il rapporto medio tra Iva pagata e reddito
disponibile per le famiglie povere e per quelle non povere (sia in assoluto che in termi-
ni relativi), l’Iva presenta un’incidenza molto elevata sui redditi delle famiglie povere, dal
momento che colpisce questi nuclei in povertà con una incidenza superiore a quella del-
le famiglie non povere. Anche l’incremento della sola aliquota ordinaria fnisce per inci-
dere più sulle famiglie povere che sulle altre, pur se in modo marginale. Inoltre, anche se
di poco, la diseguaglianza aumenta.


Tab. 4.1 Incidenza dell’Iva sul reddito monetario delle famiglie povere
e non povere, e diseguaglianza prima e dopo l’incremento dell’Iva
Aliquote 4%, 10%, 21% Aliquote 4%, 10%, 22%

Famiglie in povertà assoluta 10,25% 10,49%

Famiglie non in povertà assoluta 6,99% 7,18%
Famiglie in povertà relativa 8,72% 8,93%

Famiglie non in povertà relativa 6,92% 7,10%

Indice di Gini del reddito netto 0,29724 0,29736




I CAMBIAMENTI DELL’IVA: QUALI CONSEGUENZE PER I POVERI?


• Essendo una imposta di tipo regressivo, che cioè aumenta meno che proporzionalmente all’aumentare dei redditi,
l’Iva è di per sé penalizzante per le famiglie povere.
• Il provvedimento introdotto ne accentua questa caratteristica: infatti l’aumento dell’Iva costerà alle famiglie ita-
liane lo 0,2% del reddito, ma il 5% più povero pagherà lo 0,25% del suo reddito in più, mentre il 5% più ricco solo
lo 0,16% in più.

• Anche se non si è intervenuti sulle due aliquote ridotte (4% e 10%), che colpiscono soprattutto i beni di prima ne-
cessità, il solo aumento dell’aliquota ordinaria produce efetti negativi sulle famiglie povere.
• L’incidenza dell’Iva aumenta, quindi, sia per le famiglie in povertà assoluta che per quelle in povertà relativa, e
soprattutto per le prime.
• La diseguaglianza nella distribuzione del reddito al netto dell’Iva dovrebbe leggermente aumentare.

Il provvedimento peggiora le condizioni delle famiglie povere in senso assoluto e relativo




5. Le imposte sugli immobili
5.1 I cambiamenti introdotti
Anche nel 2013 le imposte immobiliari sono state uno degli argomenti più presen-
ti nel dibattito politico, con esiti forse non ancora defnitivi. La legge di stabilità per il
2014 ha delineato tre forme di imposizione sul possesso di immobili: l’Imu, la Tasi e la
Tari.
L’Imu si applicherà nel 2014 alle prime case di lusso (cioè rientranti nelle categorie ca-
tastali A/1, A/8 e A/9) e a tutti gli altri immobili diversi dalle prime case, mentre la Tasi col-
pirà tutti gli immobili. La Tari è il nuovo nome della tassa sui rifuti.



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