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6 I le scelte
di politica economica
Dal Censimento delle opere ecclesiali
MASSIMO 1. Introduzione
BALDINI Questo contributo propone una quantifcazione dei probabili efetti sul reddito dei
DIPARTIMENTO poveri di alcune scelte adottate dal Governo italiano nel corso del 2013 e del primo qua-
DI ECONOMIA POLITICA
“MARCO BIAGI” drimestre del 2014. Esaminiamo qui le principali misure di politica economica adottate
UNIVERSITÀ DI MODENA nel periodo menzionato e ne misuriamo l’efetto di impatto sulle famiglia povere, cioè
E REGGIO EMILIA
valutiamo cosa cambierà nel 2014 per i redditi familiari, immediatamente dopo l’intro-
duzione di queste misure.
Ci concentriamo in particolare su quattro scelte:
• la variazione della detrazione Irpef a favore dei lavoratori dipendenti (più altre varia-
zioni dell’imposta sul reddito di minore importanza) (par. 3)
• l’aumento dell’aliquota ordinaria Iva dal 21% al 22% (par. 4)
• i cambiamenti nella tassazione degli immobili (par. 5)
• la sperimentazione di una nuova versione della carta acquisti (par. 6), di cui si è avuto
modo di parlare ampiamente sia nel terzo che nel quarto capitolo. Quest’ultima è stata
solo introdotta in via provvisoria e non sull’intero territorio nazionale, per cui il suo im-
patto sarà trattato in modo separato dalle altre misure che, invece, hanno una efcacia
immediata e generale.
Il paragrafo 2 contiene una descrizione degli aspetti metodologici delle analisi svolte.
Infne il paragrafo 7 ricompone tutte le considerazioni fatte sulle misure analizzate e
ne quantifca l’efetto complessivo sui redditi dei poveri. Segue un ultimo paragrafo, de-
dicato alle conseguenze del bonus di 80 euro al mese per i lavoratori dipendenti a reddi-
to basso introdotto dal governo Renzi a partire dal maggio 2014.
2. Metodologia
L’introduzione ha spiegato che il Rapporto si concentra sulla povertà assoluta. Al fne
di contestualizzare la situazione di chi vive questa condizione, le analisi proposte in que-
sto capitolo approfondiscono anche la realtà di chi è in povertà relativa, così come della
società nel suo insieme.
Partiamo dal considerare la povertà relativa. Per individuare chi si trova in questa con-
dizione, si è scelto un criterio simile a quello dell’Eurostat: si è considerata come relativa-
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mente povera una famiglia che possiede un reddito disponibile equivalente inferiore al
60% del reddito disponibile equivalente mediano. Ė, dunque, povera in senso relativo una
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famiglia che percepisce un reddito signifcativamente inferiore a quello generalmente pos-
seduto dalle altre famiglie italiane. Si noti che tutte le elaborazioni di questo capitolo sono
condotte assumendo che l’unità di analisi sia la famiglia, non l’individuo. Parleremo quindi
1 Per Eurostat è considerato a rischio di povertà chi percepisce un reddito inferiore al 60% del red-
dito disponibile equivalente mediano nazionale. Questo indicatore, insieme a quello della severa
deprivazione materiale e a quello della bassa intensità di lavoro, concorre a defnire il cosiddetto
“rischio di povertà o esclusione sociale” (at risk of poverty or social exclusion - AROPE). Per maggiori
informazioni si veda: United Nations Economic Commission for Europe Conference of European
statisticians, The measurement of poverty and social inclusion in the EU: achievements and further im-
provements, Seminar “The way forward in poverty measurement” 2-4 December 2013, Geneva,
Switzerland, Working paper n. 25, 25 novembre 2013.
2 Il criterio adottato per le analisi qui ef ettuate fa riferimento alla def nzione di rischio di povertà elabo-Il criterio adottato per le analisi qui efettuate fa riferimento alla defnzione di rischio di povertà elabo-
rata dall'Eurostat, ma a diferenza di questa, le statistiche qui riportate sono relative alla distribuzi-
one familiare del reddito, non a quella individuale.
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