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IL BILANCIO DELLA CRISI


Fig. 3.1 Percentuale di famiglie che, per ventili di reddito familiare equivalente
ottengono una riduzione dell’Irpef, un aumento o nessuna variazione





























Rispetto all’impatto sulle famiglie in povertà, in media l’Irpef incide per meno dell’1%
sui redditi dei nuclei in povertà assoluta (Tab. 3.1) e per circa il 3% su quelli in povertà re-
lativa. Ciò da un lato è sicuramente positivo, perché è ragionevole che famiglie in pover-
tà non debbano essere soggette all’imposta diretta sul reddito, ma d’altra parte signifca
che l’Irpef non è uno strumento che possa essere usato per modifcare le condizioni eco-
nomiche delle famiglie con reddito molto basso.

Tab. 3.1 Incidenza dell’Irpef sul reddito delle famiglie povere e non povere,
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e diseguaglianza, prima e dopo la legge di stabilità

Prima Dopo

Famiglie in povertà assoluta 0,99% 0,93%
Famiglie non in povertà assoluta 17,33% 17,17%

Famiglie in povertà relativa 3,43% 3,23%

Famiglie non in povertà relativa 18,07% 17,91%

Indice di Gini del reddito disponibile equivalente 10 0,29295 0,29264















9 L’incidenza percentuale si ottiene dal rapporto tra l’imposta personale sul reddito e l’ammontare com-
plessivo del reddito percepito dalla famiglia. Esprime la proporzione tra imposta e reddito: fatto
cento il reddito percepito, indica quanto “pesano”, ovvero “incidono” le imposte sul reddito della
famiglia, in termini percentuali.
10 L’indice o coefciente di concentrazione di Gini fornisce informazioni sull’equiripartizione di un ca-
rattere (p. es. il reddito) all’interno di una distribuzione. In caso di equidistribuzione esso assume
valore pari a 0. In questo caso, una riduzione del valore dell’indice è indicativa di un efetto redistri-
butivo (la distribuzione del reddito risulta cioè più equilibrata fra i percettori di reddito).

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