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IL BILANCIO DELLA CRISI


stessa alla valutazione dei suoi impatti trascorra un certo intervallo di tempo (da qualche
mese a un anno): dunque ancora per tutto il 2014 non si potranno esprimere valutazio-
ni sulla misura. Ecco perché in sede di decisione sul rifnanziamento della social card si
è dovuto far riferimento, in assenza di valutazioni conclusive della misura, ai risultati di
precedenti esperienze attivate a livello nazionale e locale negli ultimi vent’anni, oltre che
alla letteratura sul tema.

4.3 Le prime evidenze emerse
Come si è detto, la fase di sperimentazione della NSC è agli inizi: per molte ammini-
strazioni comunali, durante l’estate 2013 sono stati pubblicati i bandi e hanno preso av-
vio le selezioni dei benefciari e l’autunno dello scorso anno è stato dedicato alla verifca
dei requisiti per accedere alla lista dei benefciari.
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Dalla primavera del 2013 ActionAid ha realizzato una serie di interviste condotte dai
suoi referenti territoriali nelle città di Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Milano e Bari e ha
partecipato ai tavoli tecnici istituiti da alcune di queste municipalità. In occasione delle
interviste, tutte le amministrazioni si sono dette disponibili a fornire aggiornamenti sulla
sperimentazione in atto e in alcune città è già in corso un secondo confronto con Actio-
nAid. Di seguito vengono presentati gli aspetti principali emersi sinora.


4.3.1 Chi riceve la NSC?
I criteri di accesso
I requisiti relativi all’ISEE bassissimo (inferiore a 3.000 Euro, con l’aggiunta di requisi-
ti patrimoniali aggiuntivi molto stringenti) e alla condizione lavorativa pregressa hanno
comportato l’esclusione dalla misura di molti potenziali benefciari. Nel Comune di Na-
poli si stimano circa 6.000 giovani coppie con meno di 35 anni e con fgli minori in dif-
fcoltà, per sostenere i quali il Comune inizialmente immaginava di poter stabilire dei
requisiti preferenziali. Questa intenzione si è rivelata poi impraticabile per via della ne-
cessità di attenersi all’articolo 4 del decreto ministeriale in base al quale, oltre ai requisiti
economici, è richiesta la verifca della condizione lavorativa dei membri del nucleo fami-
liare e la precarietà lavorativa viene assunta quale requisito essenziale.
Si può, dunque, concordare con chi ritiene che il criterio della condizione lavorativa
pregressa abbia esercitato un ruolo cruciale nell’escludere molti potenziali benefciari, in
particolare nel suo incrocio con le i criteri reddituali e patrimoniali di accesso. Nelle paro-
le di chi hai disegnato la NSC “la misura non riguarda i nuclei familiari in povertà cronica
(mai entrati nel mercato del lavoro regolare), ma si rivolge a quelli che, a causa della per-
dita di lavoro o della sua insufcienza, rischiano di scivolarvi. Complice l’impossibilità di
adottare immediatamente il nuovo Isee, che permetterà di avere una fotografa più tem-
pestiva della situazione economica della famiglia, questo insieme è risultato in alcune
città più ristretto del previsto: le famiglie in fase di impoverimento, infatti, spesso hanno
ancora condizioni patrimoniali o Isee superiori alle soglie del decreto”. 16


I poveri non conosciuti dai servizi
Sulla capacità della misura di intercettare le “zone d’ombra” della povertà, ovvero
quelle situazioni poco note ai servizi sociali e alle amministrazioni, le evidenze sono con-
traddittorie: in alcuni casi pare che abbiano fatto domanda famiglie per la maggior parte




15 Per aggiornamenti sullo stato di avanzamento della sperimentazione, si consiglia di consultare la
rivista on line Redattore Sociale che pubblica regolarmente notizie inerenti alla misura e alle sue
applicazioni, raccolte nel focus “Social Card. Una carta acquisti nell’Italia senza reddito minimo”,
www.redattoresociale.it
16 M. C. Guerra, R. Tangorra, “Le difcoltà della Nuova Social Card? Una sperimentazione che insegna
molto 2014”, www.lavoce.info, 6 aprile 2014.

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