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LE POLITICHE CONTRO LA POVERTÀ IN ITALIA / RAPPORTO 2014


possono annoverare perdita di lavoro), sia dei cosiddetti “nuovi poveri”, i cui valori Isee e
patrimoniali difcilmente ricadono al di sotto delle soglie richieste.
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C’è infne da rilevare che, in particolare nella difcile situazione in cui il nostro paese
si trova, l’opzione per le famiglie con minori dovrebbe essere preferenziale piuttosto che
esclusiva. Inoltre, viene da chiedersi se la fssazione di una soglia di disponibilità econo-
mica unica indipendentemente dalla localizzazione geografca dei benefciari non deb-
ba considerarsi un limite comune ai vari tipi di Social Card, nella misura in cui non tiene in
debito conto le diferenze del costo della vita tra le varie regioni e comuni d’Italia, parti-
colarmente marcate tra Nord e Sud.

3.4 Verso un disegno unitario?
Poco prima della caduta del Governo Letta, l’allora Viceministro al Welfare, Maria Ce-
cilia Guerra, aveva reso nota una tabella di sintesi dei fondi destinati alla sperimentazio-
ne delle nuove misure contro la povertà, con la scansione temporale prevista (cfr. tab. 2).
Nel disegno concepito in quella fase, che vedeva come Ministro del Welfare Giovannini, le
diverse sperimentazioni avrebbero dovuto confuire nell’introduzione del Sostegno d’In-
clusione Attiva (SIA), cioè nella misura di sostegno alla povertà assoluta disegnata, nell’e-
state del 2013, dal “Gruppo di lavoro sul Reddito Minimo” presieduto dal Viceministro. Il
SIA è una misura nazionale, universale, di inclusione e di attivazione, a base familiare, ma
con un’attenzione per gli individui, rivolta anche agli immigrati condizionatamente a un
periodo minimo di residenza in Italia (il SIA è discusso nel capitolo 7). Si trattava, detto al-
trimenti, di un insieme di azioni separate da comporre all’interno di un progetto unitario.
La tabella 2 qui riportata non comprende la Carta Acquisti tradizionale, perché s’in-
tende evidenziare solo gli interventi di sperimentazione dell’auspicata misura nazionale
contro la povertà assoluta, tra i quali, date le sue stesse caratteristiche (a partire dall’as-
senza di collegamento con i servizi alla persona), non fgura la Card tradizionale.
Il disegno di Guerra e Giovannini era chiaro. “Nonostante lo fosse per il Ministro del
Lavoro, il tema del contrasto alla povertà non è stato assunto come prioritario dal Gover-
no [Letta] nella legge di stabilità per il 2014” e, dunque, non potendo partire con un vero
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Piano per l’introduzione del Sia, sono state avviate una serie di sperimentazioni, grazie
a fondi di origine diferenziata, tutte fnalizzate alla realizzazione d’interventi locali con-


Tab. 2 Le sperimentazione locali contro la povertà nella prospettiva del SIA:
il percorso prospettato dal Governo Letta

2014 2015 2016
Sperimentazione NSC nelle dodici città con più di 250mila abitanti 50 - -
Estensione sperimentazione NSC nella città del Centro-Nord 40 40 40
(da luglio 2014)
Possibile spostamento di risorse dalla Carta Acquisti ? - -
alla Nuova Social Card1
Sperimentazione Carta Inclusione Sociale nelle otto regioni 140 27 -
meridionali (da primavera estate 2014)
Ampliamento sperimentazione Carta Inclusione Sociale 70 230
nelle otto Regioni meridionali
Fonte: nostra elaborazione su Guerra, 2014
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8 Per una valutazione dell’impatto della Nuova Social Card sulla povertà si veda il capitolo 6.
9 M. C. Guerra, Il “Sia” non è vecchia politica, www.lavoce.info, 7 gennaio 2014.
10 M. C. Guerra, op cit. La ripartizione degli ulteriori 300 milioni destinati al mezzogiorno, nella riga più
in basso, tra 70 e 230, è da ritenersi provvisoria.

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