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IL BILANCIO DELLA CRISI
Fig. 1 Popolazione a rischio di povertà prima e dopo
i trasferimenti sociali (2012)
Fonte: Eurostat (per la sola Irlanda i dati si riferiscono al 2011).
te dalla media europea prima dei trasferimenti, si ritrova ad avere uno dei rischi di pover-
tà più elevati dopo gli stessi (fg. 1).
Al di là delle diverse declinazioni assunte nei vari contesti nazionali, il reddito minimo,
in quanto misura di ultima istanza con la quale far fronte a situazioni di indigenza, si ap-
plica nelle situazioni in cui le persone o le famiglie vivono al di sotto di condizioni eco-
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nomiche ritenute minime per poter condurre una vita decente. Inoltre esso è una misu-
ra di contrasto alla povertà di tipo “universalistico” – rivolta a tutti i poveri, indipendente-
mente da altre condizioni – e “selettivo”– nel senso che la sua modulazione è “condizio-
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nata” solo dalla situazione economica della persona o della famiglia. La predisposizione
di uno strumento in grado di fronteggiare tout court l’indigenza - garantendo un soste-
gno a quelle fasce della popolazione che non dispongono neppure del minimo per po-
ter vivere decentemente – si presenta dunque come una componente irrinunciabile dei
sistemi di welfare, una sorta di “fondamentale” in caso di interventi di contrasto alla po-
vertà economica (cfr. cap. 2).
In questo Rapporto, come è stato precisato nell’introduzione, vengono prese in esa-
me le politiche di contrasto alla povertà disegnate a livello nazionale. Il più difuso tenta-
tivo d’introdurre un reddito minimo d’inserimento nel nostro paese risale alla fne degli
anni Novanta ed è stato precocemente abbandonato nel 2001 a favore del reddito di ul-
tima istanza, rimasto però solo su carta.
La sperimentazione della fne degli anni Novanta resta, nel recente passato, l’unico
tentativo di una certa consistenza di introdurre una misura di sostegno alla povertà su
scala nazionale, pur avendo mostrato alcune falle soprattutto in ordine alla questione
del reinserimento sociale dei benefciari. L’interruzione del processo che avrebbe dovu-
to portare dalla sperimentazione alla difusione su tutto il territorio di questo strumento,
corretto nei suoi punti critici e perfezionato, ha comportato in questi anni l’assenza tota-
le di una misura di contrasto alla povertà. Tale misura avrebbe potuto costituire un vali-
do argine all’acuirsi del fenomeno della povertà legato alla crisi economica, come è stato
ben evidenziato nel precedente capitolo.
4 Ibid.
5 Ibid.
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