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IL BILANCIO DELLA CRISI


alimentare è da considerarsi un efetto del peggioramento delle condizioni economi-
che di singoli e famiglie 28
• a popolare le fla dei richiedenti aiuto non sono solo più le persone prive di abitazione,
ma anche i proprietari che incontrano difcoltà nel pagamento delle rate di muto o
delle spese accessorie; inoltre si danno sempre più frequentemente situazioni di co-
abitazione e subaftto tra utenti italiani dettate da motivi di risparmio; e sempre nella
sfera abitativa, si rileva inoltre un deciso peggioramento delle condizioni igienico-
sanitarie delle abitazioni e del livello di manutenzione degli edifci
• alcuni comportamenti legati agli stili di consumo e alle dipendenze (shopping com-
pulsivo, credito al consumo, rateizzazione delle spese, ricorso al fdo bancario, gioco
d’azzardo, cyber dipendenze) hanno contribuito a generare nuove sacche di disagio
che si sono riversate nel circuito Caritas e che richiedono interventi consulenziali e
di supporto specialistici, oltre all’attivazione, da parte delle Caritas, di forme di in-
tervento materiale ed economico (sostegno per far fronte al sovra-indebitamento o
all’indebitamento da gioco).


Il quadro delineato mostra chiaramente che la povertà intercettata dai servizi e dai
centri di ascolto Caritas non è un fenomeno che presenta le stesse caratteristiche nel
tempo. Complice la crisi economica che ne ha modifcato sostanzialmente la morfolo-
gia dal 2007 ad oggi, le Caritas si trovano di fronte alla necessità di gestire, oggi più di
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un tempo, richieste di tipo materiale ed esigenze di tipo economico. E al contempo, si
vedono costrette a riconfgurare i servizi oferti nell’ottica di una loro specializzazione
sempre più marcata.
Viene da dire che in una fase di remissione del pubblico, qualunque funzione vicaria
assunta dai soggetti del terzo settore disattenda quanto meno il principio di sussidiarie-
tà, in assenza, per giunta, di un disegno che preveda il riassetto complessivo del sistema
di interventi contro la povertà.


6. Verso una misura di contrasto alla povertà.
Grandi assenti nel presente e prospettive future
Senza entrare nel merito di tale questione, di cui si avrà modo di parlare più difusa-
mente nei capitoli 3 e 9, in conclusione di questo capitolo si vuole richiamare ancora un
altro elemento, a corredo e completamento di quanto detto fnora.
Nelle pagine precedenti, si è detto di una situazione di complessiva contrazione degli
stanziamenti pubblici per il sociale con la conseguente riduzione dell’oferta pubblica
di servizi e si è detto del contestuale riversamento sul terzo settore di ampie porzioni di
utenza non più garantita dalla copertura dei servizi pubblici.










28 Cfr. ibid, pag. 18.
29 Nel corso del 2013, Caritas Italiana ha deciso di sostenere, con risorse aggiuntive messe a disposizio-
ne dalla Conferenza Episcopale Italiana, attraverso uno stanziamento ad hoc, le Caritas diocesane
impegnate nella realizzazione di iniziative di contrasto alla crisi economica in atto, fra cui: spese per
l’acquisto di beni di prima necessità (generi alimentari, farmaci, spese mediche, spese scolastiche,
ecc.); erogazione di contributi al reddito; costituzione di fondi di garanzia presso istituti bancari per
attività di microcredito; acquisto di buoni lavoro per il pagamento di prestazioni di lavoro occa-
sionale accessorio; spese per l’abitazione. Sono pervenute, da giugno a dicembre 2013, più di 190
richieste da 165 Caritas diocesane (il 75% delle Caritas diocesane) e sono stati erogati complessiva-
mente quasi sei milioni di euro (39,6% per i contributi al reddito; 32% per l'acquisto di beni di prima
necessità; 15,8% per il sostegno a esigenze abitative; 8,7% per la costituzione di fondi di garanzia
per attività di microcredito; 3,9% per l’acquisto di voucher per prestazioni di lavoro occasionale).

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