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IL BILANCIO DELLA CRISI


La disillusione riformista. Secondo alcuni, la proposta del Reis sofre di un eccesso di
fducia nella possibilità di riformare il welfare italiano. I più ricorrenti tra i numerosi argo-
menti avanzati in proposito sono: troppo ottimismo nella capacità della Pubblica Am-
ministrazione e del Terzo Settore di mettere in campo servizi di qualità, incapacità del-
lo Stato di costruire l’infrastruttura necessaria, impossibilità di gestire in modo adeguato
un Piano pluriennale. L’introduzione del Reis modifcherebbe strutturalmente le politi-
che sociali italiane: piaccia o no, viene spiegato, si tratta di un’impresa irrealizzabile in un
Paese dove la Pubblica Amministrazione è debole, la fducia verso il Terzo Settore non è
fondata su dati di realtà e precedenti tentativi di raforzamento del welfare locale hanno
incontrato difcoltà di rilievo.
La ricerca di un facile consenso. Se la posizione precedente è quella di chi sostiene che
il Reis sarebbe utile ma è realisticamente irrealizzabile, non è minore il numero di colo-
ro i quali ritengono che il Reis non convenga perché non permetterebbe di ottenere un
consenso facile e rapido. Puntare esclusivamente su un trasferimento monetario, invece,
eviterebbe di afrontare le criticità attuative e le relative tensioni, inevitabilmente insite
in un Piano teso a sviluppare anche i servizi e a costruire un’infrastruttura nazionale. Una
riforma basata solo su un trasferimento monetario sarebbe, inoltre, più rapida e consen-
tirebbe di trasmettere il messaggio che si è velocemente risolto un problema (la lotta alla
povertà), da decenni oggetto di discussioni senza esito.

L’inerzia dei sistemi di welfare. Quanto qui illustrato non deve sorprendere. Gli studi
comparativi di scienza politica, infatti, hanno evidenziato la difusa presenza del fenome-
no della path-dependency, che vede i sistemi di welfare tendere inerzialmente a riprodur-
re nel tempo la propria tradizionale confgurazione istituzionale e organizzativa. Tradot-
to nei nostri termini, se un sistema ha sempre privilegiato i trasferimenti monetari avrà,
per una varietà di motivi, una spinta inerziale a continuare a farlo. In altre parole, ripro-
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durre le scelte del passato (conservazione) è più semplice che cambiarle (innovazione).
Lo sguardo comparativo, d’altra parte, mostra anche come, con adeguate strategie, la
path-dependency sia superabile. 22

5. Scenario “Seconda Repubblica”
Questa ipotesi si verifcherà se entrambi gli interrogativi iniziali riceveranno una ri-
sposta negativa: la lotta alla povertà non è una priorità politica, né si vogliono innovare
le modalità d’intervento (cfr. tab.1). In tal caso, il Governo proseguirà con la sperimenta-
zione del Sia, lungo il percorso tracciato dal precedente Esecutivo, e ne farà l’unico suo
intervento contro l’indigenza. Mancando una scelta politica a favore del contrasto all’e-
sclusione sociale, si lascerà che la sperimentazione segua l’iter già stabilito (interventi
anche nel 2016, rivolti ad un’utenza via via sempre più ristretta) e si spenga progressi-
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vamente, senza ulteriori azioni in materia. Allo stesso tempo, si concentreranno gli sfor-
zi per il welfare sui temi del lavoro, il Jobs Act e l’introduzione del sussidio universale di
disoccupazione.
Il nome dello scenario discende dalle numerose analogie con le vicende degli ultimi
20 anni. La continuità si manifesta, innanzitutto, nelle grandi scelte di governo e nell’im-
postazione culturale: vengono confermate tanto la tradizionale marginalità delle politi-
che sociali quanto l’equazione “welfare = politiche del lavoro”. Ciò accadrebbe, in caso di



21 P. Bosi, L'irresistibile attrazione dei trasferimenti monetari, in L. Guerzoni (a cura di), "La riforma del wel-
fare. Dieci anni dopo la 'Commissione Onofri', Il Mulino, Bologna, 2008, pagg. 81-103.
22 G. Bonoli e D. Natali (a cura di), The politics of the New Welfare State, Oxford University Press, Oxford,
2012.
23 Dati i ritardi accumulati nelle sperimentazioni del Sia, è ragionevole supporre che se ne avrebbero
alcuni ultimi scampoli pure nel 2017, se non oltre.

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