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IL BILANCIO DELLA CRISI


previsti, tra le altre cose, un sistema particolarmente stringente di controlli sia sui requi-
siti d’accesso sia sui comportamenti dei benefciari, la gradualità del Piano e l’infrastrut-
tura nazionale per il welfare locale.


L’infrastruttura nazionale per il welfare locale. È il perno su cui poggia la riforma. Si trat-
ta dell’insieme di strumenti che lo Stato – in collaborazione con le Regioni – fornisce ai
soggetti del territorio al fne di metterli nella situazione migliore possibile per assicura-
re il diritto a un Reis di qualità, valorizzandone l’autonoma progettualità e tenendo con-
to delle specifcità locali. In tal modo, lo Stato individua poche regole ed obiettivi chiave
per i territori, fornisce loro gli strumenti necessari per raggiungerli e interviene in caso di
difcoltà.
In concreto: a) vengono defniti criteri di accesso validi per tutto il paese e sono tra-
sferite ai territori le risorse economiche necessarie ad assicurare le relative risposte; b) lo
Stato stabilisce alcune regole (un numero ridotto) riguardanti la presenza dei servizi alla
persona e le loro modalità di funzionamento; c) s’impianta anche un solido sistema di
monitoraggio e valutazione, capace di comprendere ciò che accade nelle varie realtà lo-
cali, esaminarlo e trarne indicazioni operative utili al miglioramento; d) i territori sono af-
fancati con iniziative di formazione, occasioni di confronto tra operatori di diverse realtà,
scambio di esperienze, linee guida; e) laddove la riforma risulti inattuata o presenti forti
criticità, lo Stato interviene direttamente, ricorrendo a propri poteri sostitutivi.


I servizi come strumento di autonomia. A fanco del contributo monetario, si assegna
un’importanza centrale all’erogazione dei servizi alla persona, tradizionalmente carenti
nel nostro Paese. Le persone, infatti, necessitano di azioni capaci non solo di tampona-
re lo stato di povertà (la mancanza di denaro) ma anche di agire sulle cause (i fattori re-
sponsabili delle difcoltà di vita), consentendo loro, dove possibile, di uscire da questa
condizione e, in ogni caso, di massimizzare la propria autonomia. Questo è il compito dei
servizi, che lo svolgono fornendo competenze e/o aiutando ad organizzare diversamen-
te la propria quotidianità.

Il circolo virtuoso tra cittadinanza sociale e sussidiarietà. Questi due obiettivi generano i
risultati di cui le famiglie in povertà hanno bisogno solo se vengono tradotti in pratica con-
giuntamente, alimentandosi a vicenda. Lo Stato defnisce il Reis come livello essenziale,
con i relativi criteri di accesso, e ne assicura i fnanziamenti. Nella progettazione e nella rea-
lizzazione dei servizi nel territorio è previsto che alla funzione di regia dei Comuni si afan-
chi un coinvolgimento ampio del Terzo Settore, senza il cui forte ruolo sarebbe impossibile
ofrire interventi adeguati ai cittadini. Nondimeno, è unicamente grazie alla defnizione dei
diritti di cittadinanza, ed al conseguente stanziamento di fnanziamenti pubblici, che il Ter-
zo Settore può ricevere le risorse necessarie a mettere in campo le proprie risposte.


Oltre l’alternativa tra emergenze e riforme strutturali. Il Piano non è una misura emer-
genziale, cioè una delle molte azioni una tantum, o comunque estemporanee, che pro-
ducono risultati in tempi brevi ma si limitano a mettere una toppa senza andare alla ra-
dice del problema. Una volta esauriti, questi interventi non lasciano eredità alcuna: alla
prossima emergenza si ricomincerà daccapo. Non è neppure una riforma strutturale, nel
senso tradizionale del termine, che attacca le cause delle criticità esistenti ma non ofre
risposte tangibili nel breve periodo, dato che, per la complessità e l’impegno richiesto,
manifesta i suoi efetti solo dopo lungo tempo. Il Piano individua, invece, una sintesi tra
le due strade. Si tratta di una riforma strutturale da introdurre gradualmente in quattro
anni, alla fne dei quali il nodo (l’assenza di un diritto sociale per tutte le famiglie in pover-
tà assoluta) sarà stato sciolto alla base. Il percorso di transizione, però, è ideato in modo
tale da fornire già dal primo anno una tangibile risposta all’emergenza.


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