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LE POLITICHE CONTRO LA POVERTÀ IN ITALIA / RAPPORTO 2014


si richiedono un intervento dei servizi sempre più ampio e articolato, come le voci dai
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Centri di ascolto Caritas mostrano nitidamente. L’attivazione del circolo virtuoso tra
cittadinanza sociale e sussidiarietà, menzionato sopra, nell’attuale momento storico è
ancora più indispensabile che in precedenza. Inoltre, è ragionevole ipotizzare che lo
scenario “welfare come Social Card” possa penalizzare i più deboli tra i deboli per due
diversi motivi. Il primo è che (come è ben noto agli operatori ) le persone in condizio-
ni più gravi, maggiormente bisognose di interventi, spesso sono anche quelle che – se
non adeguatamente afancate – fanno più fatica ad arrivare ai Servizi, per richiedere
i benefci ai quali avrebbero diritto. Il secondo è che la mancanza di servizi alla perso-
na (rivolti ad esempio alla prima infanzia o agli anziani) grava in particolare sui compo-
nenti più fragili del nucleo, generalmente le donne, “schiacciandole” verso i doveri di
cura o altre necessità intra-familiari e precludendo loro opportunità lavorative, forma-
tive, di studio, ecc.
Pressioni sugli enti locali e il Terzo Settore. La marginalizzazione della comunità locale
e l’assenza dei servizi alla persona non modifcano il fatto che essi siano necessari, nè di-
minuisce la probabilità che possano continuare a ricevere molte domande. In altre paro-
le: con questo modello la necessità di servizi non viene meno, semplicemente si scarica
il problema su Comuni e Terzo Settore, lasciandoli oltretutto privi delle risorse e del so-
stegno per rispondere.

Un’ipoteca sul futuro. Il verifcarsi di questo scenario renderebbe, a lungo, improbabi-
le immaginare uno sviluppo diverso per il nostro welfare. Non solo, infatti, si radichereb-
be ulteriormente il modello tradizionale ma si raforzerebbe anche quella disabitudine
alle riforme che da tempo contraddistingue le nostre politiche sociali. Evidentemente,
quanto più questa disabitudine afondasse le proprie radici tanto più risulterebbe difci-
le proporre, e realizzare, un cambiamento domani. Infne, destinare l’agognato maggio-
re stanziamento per la lotta alla povertà ad una risposta che tanto l’esperienza quotidia-
na quanto intere biblioteche di studi giudicano impropria, signifcherebbe assestare un
duro colpo alla fducia dei tanti – operatori, esperti, associazioni – che desiderano politi-
che sociali diverse per il nostro paese.


4.3 Le ragioni di un fascino pericoloso
Lo scenario qui tratteggiato è assai poco presente nelle ipotesi esplicitate dagli esper-
ti. Abitualmente, infatti, si aferma che un eventuale maggiore investimento nella lotta
alla povertà non potrebbe che tradursi in una misura come il Reis, e poi ci si confronta
sulle specifche caratteristiche che dovrebbe avere. Le apparenze, tuttavia, non debbo-
no ingannare: l’ipotesi di una nuova prestazione monetaria, slegata da qualsiasi proget-
tualità, raccoglie un consenso notevole, che risulta però scarsamente visibile in quan-
to “silenzioso”, cioè poco esplicitato in articoli, documenti e convegni. I suoi sostenito-
ri non propongono apertamente una strada alternativa al Reis, dato che quest’ultima è
ampiamente condivisa dagli operatori, sostenuta dai risultati di ricerca e confermata dai
confronti internazionali. La considerano, però, irrealizzabile e poco conveniente politica-
mente. Vediamo perché.


20 Più di ogni altra considerazione, penso siano efcaci le parole di una operatrice di un Centro di Ascol-
to, la quale aferma che “il grado di complessità socio-economica di cui sono portatrici le persone
e le famiglie che durante il 2012 si sono rivolte al centro di ascolto è stato percepito in modo chiaro
dai volontari del centro” e segnala “ la fatica legata all’ascoltare problematiche così complesse e
di difcile risoluzione. Oggi gli utenti del centro di ascolto non hanno un unico problema, ma una
serie di problemi connessi fra loro. Allo stesso modo, molte persone non arrivano al centro di ascol-
to con una richiesta specifca, ma richiedono più cose contemporaneamente. La presa in carico
di queste persone e di queste famiglie è un lavoro lungo e faticoso” (Caritas Italiana, False parten-
ze. Rapporto 2014 sulla povertà e l’esclusione sociale in Italia, 2014, disponibile al seguente indirizzo:
www.caritas.it, pag 17).

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