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IL BILANCIO DELLA CRISI


Paese gli esigui sostegni ai poveri sono spezzettati in una molteplicità di prestazioni, con
marcate diferenze nei criteri di eleggibilità e nell’iter per riceverle. Invece di razionalizza-
re questo groviglio, vi si aggiungerebbe un ulteriore tassello.
La tabella 3 confronta questo scenario con il precedente, evidenziando le alternati-
ve tra le quali scegliere qualora si stabilisca d’incrementare la spesa pubblica per la lotta
alla povertà: bisogna decidere se confermare le modalità di funzionamento tradizionali,
radicandole ancora di più, o se provare a cambiarle consapevoli delle difcoltà insite in
questo tentativo, dunque cercando di imparare dalle precedenti esperienze e dedicando
grande attenzione al percorso attuativo.

Tab 3 Scenari “Welfare come Social Card” e “Piano nazionale” a confronto

Welfare Piano Nazionale
come Social Card (Reis)
Contributo economico Si Sì

Servizi alla persona No Sì

Coinvolgimento del welfare locale No Sì

Costruzione di una risposta unitaria No Sì
Infrastruttura nazionale No Sì
per il welfare locale

Le ragioni del nome assegnato allo scenario dovrebbero, a questo punto, essere chia-
re. Il proflo dello strumento, infatti, replica quello della Social Card introdotta dal Mini-
stro del Welfare Sacconi nel 2008, con un importo maggiorato (da 40 ad 80 euro mensi-
li) ed un’utenza ampliata (dalle famiglie povere con membri al di sotto dei 3 e al di sopra
dei 65 anni a tutti i nuclei in tale condizione).
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La modalità per assegnare questo trasferimento, una carta prepagata come nel 2008
oppure un contributo diretto alle famiglie, da utilizzare liberamente, ha un peso margi-
nale: ciò che conta è il modello d’intervento, una prestazione monetaria avulsa da qual-
siasi progettualità. L’assenza di progettualità, come si è visto, non è certo un aspetto
esclusivo della Social Card; al contrario, rappresenta solo l’ultimo esempio di una carat-
teristica di lungo periodo del nostro welfare.


4.2 Le conseguenze dello scenario
Tamponare senza ricostruire. Gli efetti positivi dell’ipotesi qui considerata nel miglio-
rare le condizioni economiche delle famiglie sono già stati evidenziati, e sono da valoriz-
zare con decisione. D’altra parte, questo scenario ci restituisce l’immagine di famiglie in
povertà che, pur ricevendo il bonus, di fatto vengono lasciate sole nella gestione dei loro
problemi, in un contesto contraddistinto da Comuni e Terzo Settore sempre più deboli.
Infatti, se il contributo economico consente di tamponare l’indigenza, l’assenza di servizi
alla persona priva le famiglie degli strumenti utili a costruirsi un diverso percorso di vita.
La necessità di un ruolo forte dei servizi per mettere le persone in condizione di valo-
rizzare la propria autonomia viene sottolineata da tempo. La recente evoluzione dell’e-
sclusione sociale, però, la rende oggi ancora più importante di ieri. Ciò perché le fami-
glie in povertà sono in misura crescente portatrici di situazioni multiproblematiche, nelle
quali diversi fattori critici si legano tra loro raforzandosi a vicenda; casi così comples-




19 Ci si riferisce evidentemente alla Carta Acquisti tradizionale o “vecchia Social Card”, introdotta in
tutto il territorio nazionale (cfr. par 3.2).

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