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IL BILANCIO DELLA CRISI
ratamente ostile al Rmi. Il Governo Berlusconi (2001-2006), dunque, lasciò terminare le
sperimentazioni ma non si occupò di lotta alla povertà. A partire dal 2000-2001, comun-
que, quando divenne chiaro che il cambiamento sarebbe rimasto una chimera, il fervore
andò progressivamente scemando e tale rimase sino agli anni più recenti.
Tab 4 Due stagioni di speranze a confronto
ASPETTO 1997-2000 Anni recenti
Ampia elaborazione Commissione Onofri Commissione Guerra
di proposte Commissione Povertà Basic Income Network
Irs-Capp
Alleanza contro la povertà in Italia 28
Avviamento di una Rmi Sia
sperimentazione nella
speranza di una successiva
riforma
Sostegno di singoli Turco Giovannini/Guerra
componenti dell’Esecutivo
alla riforma
Sostegno dell’Esecutivo No (Governi Centro-Sinistra) No (Governo Letta)
alla riforma No (Governo Berlusconi) ? (Governo Renzi)
Introduzione della riforma No ? (Governo Renzi)
Qualora si verifcasse lo scenario “Seconda Repubblica” assisteremmo, 15 anni dopo,
alla medesima successione di eventi del 1997-2001: a) ampia elaborazione di proposte,
b) sostegno alla lotta alla povertà da parte di singoli Ministri ma non dei Governi, c) av-
viamento di una sperimentazione nella speranza di una successiva riforma, d) vanifcarsi
di questa speranza, e) lento spegnimento della sperimentazione (tab. 4). Oggi come al-
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lora, l’esito non potrebbe che essere una nuova fase di disillusione verso la possibilità di
dotare il nostro paese di adeguate politiche contro la povertà.
5.2 ... e alcune diferenze
Se questa esperienza si ripetesse non sarebbe per caso, ma per scelta politica. Mi pare
utile, pertanto, evidenziare alcune diferenze tra oggi e allora, che potrebbero contribu-
ire ad un diverso esito. Tali diferenze toccano le cruciali dimensioni dei bisogni, della
pressione politica e della progettualità:
28 Le diverse proposte avanzate negli anni più recenti sono discusse nel capitolo 7.
29 Un’ulteriore analogia tra le due fasi riguarda i richiami della Commissione Europea circa la necessità
di realizzare adeguate politiche contro la povertà, rivolti a tutti i Paesi dell’Unione ma in particolare
a quelli inadempienti, come l’Italia. L’ormai lunga serie di documenti in proposito, infatti, si aprì
con la Raccomandazione 441/1992 sulla necessità di “introdurre il reddito minimo garantito, inteso
quale fattore d’inserimento nella società dei cittadini più poveri” e si è chiusa (per ora) con le osser-
vazioni critiche sullo stato delle politiche contro la povertà in Italia contenute nella valutazione del
Programma nazionale di riforme 2014 presentato dal nostro Paese, resa nota dalla Commissione il 2
giugno scorso. Per il dibattito su Europa sociale, Bruxelles e stati nazionali si veda M. Ferrera, Modest
beginnings, Timid progresses: what's next for social Europe? in B. Cantillon, H. Verschueren, P. Ploscar
(a cura di), "Social inclusione and sociale protection in the EU: interactions between law and policy,
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