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IL BILANCIO DELLA CRISI
nominati “eticamente sensibili” o “valori non negoziabili”: questi hanno a lungo assorbito
la parte più visibile dell’impegno politico dei cattolici sul fronte sociale.
Lo sforzo per ottenere migliori interventi a fnanziamento pubblico nei confronti del-
le famiglie in povertà, invece, risultava marginale. Successivamente all’avvento di Papa
Francesco, però, il quadro appare mutato. I suddetti temi mantengono la naturale cen-
tralità nella dottrina cattolica ma non viene più assegnato loro un ruolo esclusivo nell’a-
zione politica. Contemporaneamente, cresce rispetto al passato la sensibilità verso la lot-
ta alla povertà come tema specifco d’impegno politico.
La sinistra
Per la sinistra il welfare si è sempre tradotto nel sostegno ai lavoratori. Quest’area, in-
fatti, si è tenuta ancorata ad una concezione della cittadinanza sociale di tipo lavoristico,
secondo la quale i diritti sociali derivano, principalmente, dalla posizione degli individui
nel mercato del lavoro. Promuovere il welfare, in una simile prospettiva, signifca tutela-
re non tutti i cittadini bensì i lavoratori di oggi e di ieri, cioè chi il lavoro l’ha già oppure
chi l’ha avuto e ora è a riposo. L’attenzione, dunque, si concentra sulla tutela degli occu-
pati – a partire dai dipendenti delle imprese più grandi e della pubblica amministrazio-
ne – e dei pensionati. Gli sforzi politici della sinistra in materia sociale si sono concentra-
ti verso questi obiettivi.
Prima di Renzi, diversi componenti della sinistra avevano cominciato a ripensare tale
approccio, sostenendo la necessità di collocare anche la povertà tra i temi di primaria
attenzione; un ripensamento poco visibile ma presente, guidato dalla consapevolezza
che occuparsi solo di lavoro signifca ignorare una fetta crescente della società italiana.
Sull’avviamento di tale ripensamento si è poi innestato il cambio al vertice del Pd e del
Governo. La posizione di Renzi in materia, come detto, non è stata sinora esplicitata. La
vocazione complessiva della sua leadership consiste nel mettere in discussione gli orien-
tamenti tradizionali della sinistra: non è ancora dato sapere se ciò accadrà anche in que-
sto ambito ed, eventualmente, con quali esiti. 35
Gli oppositori
Mentre le aree più attente al sociale si stanno riposizionando, gli orientamenti contra-
ri alle politiche pubbliche contro la povertà diventano sempre più marginali. Basti pensa-
re che, mentre nel periodo 2008-2011 il Governo Berlusconi esplicitò l’obiettivo di ridurre
il già esile intervento pubblico nel sociale (si veda il Libro bianco “La vita buona nella so-
cietà attiva”, 2009, dell’allora Ministero del Welfare Sacconi) concretizzandolo attraverso
robusti tagli, oggi nessuna tra le principali forze politiche fa propria una simile posizione.
Il Terzo Settore
Numerose realtà associative e di Terzo Settore, a loro volta, stanno incrementando
il proprio sforzo a favore di migliori politiche pubbliche contro la povertà. Ciò è parte di
una tendenza più ampia, che le vede aumentare progressivamente, a fanco della con-
solidata attività di sensibilizzazione e pressione riguardante le normative che le toccano
direttamente (come quelle sul loro fnanziamento e sulle loro modalità di funzionamen-
to ), il proprio impegno per spingere i decisori a realizzare un migliore sistema di welfa-
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re sociale.
35 C. Gori, Politica e welfare nell’Italia di Renzi, 2014, in “Welfare Oggi”, 1, pp. 7-10; S. Pasquinelli,E. Ranci
Ortigosa, Il sociale in attesa, in “Prospettive sociali e sanitarie”, 2, 2014, pp. 1-2.
36 Si pensi al cinque per mille o alla legislazione sull’impresa sociale.
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