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LE POLITICHE CONTRO LA POVERTÀ IN ITALIA / RAPPORTO 2014


un obiettivo di singoli componenti di un Esecutivo, come Livia Turco in passato e Giovan-
nini/Guerra più recentemente, senza però diventarlo anche per il Governo.
Ecco il punto, che accomuna maggioranze e opposizioni degli ultimi decenni: la lotta
alla povertà è rimasta sempre debole perché nessuna delle principali forze presenti sulla
scena nazionale ha mai neppure combattuto una battaglia politica a suo favore, non per-
ché la battaglia sia stata sostenuta e persa.
Per lungo tempo, questo è parso un destino immutabile, resistente ad ogni spinta di
cambiamento. Oggi, però, non è più così. Durante l’ultimo periodo, infatti, nel quadro
politico-istituzionale del nostro Paese verso la povertà si sono registrati segnali di un in-
teresse superiore rispetto al passato. Vediamo i principali.

Il Movimento Cinque Stelle
La maggiore forza afacciatasi recentemente sulla ribalta politica nazionale, il Movi-
mento Cinque Stelle, ha fatto della proposta del reddito di cittadinanza una delle sue
bandiere: si tratta dell’unico schieramento che ha sinora collocato la lotta alla povertà tra
i propri obiettivi principali. È emblematico, a mio parere, che un soggetto nato in con-
trapposizione al sistema partitico tradizionale veda nei nuovi interventi contro questo
fagello la traduzione tangibile del necessario cambiamento. La capacità del Movimento
di passare dalle generiche rivendicazioni ad indicazioni efettivamente spendibili è an-
cora tutta da verifcare, e le debolezze tecniche della proposta avanzata sollevano dubbi
(cfr. cap. 7). Ciononostante, il suo contributo nel dare maggiore rilievo alla lotta contro la
povertà è stato cruciale.

I cattolici
Le due aree da sempre più sensibili al welfare, i cattolici e la sinistra, stanno metten-
do in discussione quelle impostazioni che le hanno sinora portate a non fare della lotta
alla povertà una priorità. 33
Al centro della visione cattolica dell’impegno politico in materia sociale si sono tradi-
zionalmente trovate la famiglia, la nascita e la morte. Per quanto riguarda la prima, l’obiet-
tivo di tutelare le forme tradizionali di famiglia si è in passato concretizzato nelle battaglie
contro l’introduzione del divorzio e oggi si applica nell’avversione al riconoscimento di
nuove forme di legami, ad esempio tra persone di uno stesso sesso. Dall’altra parte vi sono
i temi riguardanti l’inizio e il fne vita, tradizionalmente fondamentali nel pensiero cattoli-
co, che hanno acceso nella recente fase storica crescenti controversie, legate alle sempre
più ampie possibilità d’intervenire nel corso naturale degli eventi grazie allo sviluppo del-
34
la medicina e della tecnologia. Si tratta, nel complesso, dell’insieme degli argomenti de-




33 Si ricordi che ci si occupa qui, come in tutto il Rapporto, della politica nazionale. Ben diversa è stata
la situazione a livello locale, dove “le realtà che si rifanno alla cultura cattolica, da una parte, e a
quella di sinistra, dall’altra, da sempre s’impegnano fortemente a favore del welfare sociale. Si pensi
alle tante associazioni cattoliche operanti nel concreto sostegno alle persone in povertà, a partire
dalla Caritas, e al fatto che molte delle migliori esperienze locali di welfare sociale abbiano preso
forma nelle “regioni rosse” (Emilia-Romagna, Toscana, Marche ed Umbria). Uomini e donne della
sinistra e provenienti dall’associazionismo cattolico hanno rappresentato a livello locale una risorsa
insostituibile di attenzione e iniziativa - sociale e al contempo politica - nei confronti dei soggetti
deboli della società e dei servizi a loro dedicati”. Il punto, però, è che “il rilievo assegnato al welfare
sociale nel territorio non è riuscito poi a tramutarsi in azione politica a livello nazionale, come se i
problemi locali risultassero sempre meno visibili quanto più ci si allontana dal territorio e le visioni
sopra illustrate diventassero sempre più totalizzanti. Come se, in altri termini, non vi fosse una linea
di trasmissione tra contesti locali e politica nazionale, e i temi di rilievo per i primi non riuscissero ad
entrare nell’agenda della seconda” (C. Gori, V. Ghetti, G. Rusmini e R. Tidoli, ll welfare sociale in Italia.
Realtà e prospettive, Roma, Carocci, 2014, pp. 151).
34 Sull’inizio vita si sono avute in precedenza le battaglie riguardanti l’aborto e oggi quelle sulla procre-
azione assistita, mentre per il fne vita i nodi riguardano gli stati vegetativi e l’eutanasia.

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