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LE POLITICHE CONTRO LA POVERTÀ IN ITALIA / RAPPORTO 2014


4. Scenario “Un welfare fondato sulla Social Card”
Attuare tale ipotesi signifca coniugare l’ascesa della lotta alla povertà tra le priori-
tà politiche con il consolidamento delle modalità d’intervento tipiche del sistema ita-
liano di protezione sociale. Vengono stanziati signifcativi fnanziamenti aggiuntivi e li
si destina ad un nuovo contributo economico, puro e semplice, non afancato da ser-
vizi alla persona, che si aggiunge alle prestazioni esistenti. Non sono, altresì, coinvolte
le realtà del welfare locale. La più probabile traduzione pratica di questo scenario consi-
ste oggi nell’estendere il bonus di 80 euro, introdotto nel maggio scorso, a tutte le fami-
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glie in povertà assoluta. È ragionevole supporre che non verrebbe assegnato in base al
reddito individuale, come avvenuto sinora, bensì attraverso una più completa valutazio-
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ne delle condizioni economiche delle famiglia. In sintesi: un bonus di 80 euro ricevuto
dai nuclei in povertà in base al loro Isee. Anche se fosse accompagnato dal mantenimen-
to delle sperimentazioni del Sia, il nuovo contributo monetario risulterebbe il fulcro delle
politiche contro l’esclusione sociale.

4.1 Risorse moderne, progettualità antica
Lo scenario “un welfare fondato sulla Social Card” afronta l’inadeguatezza dei soste-
gni economici alle famiglie in povertà assoluta, tradizionale criticità del nostro sistema
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di protezione sociale. La evidenziano tutte le analisi comparative, quando confrontano gli
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importi dei trasferimenti nei diversi Paesi o ne valutano l’efcacia nel ridurre i tassi di po-
vertà (cfr. cap 3, fg. 1). Gli operatori conoscono bene il problema, che durante la crisi, con
il raddoppio del numero dei poveri, ha inevitabilmente sperimentato un deciso peggiora-
mento. Tra le sue innumerevoli manifestazioni, basti ricordare l’incremento di richieste ri-
conducibili alla mancanza delle risorse economiche necessarie a soddisfare i bisogni pri-
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mari (alimentazione, casa, salute) registrate dai Centri di ascolto Caritas. Sul fronte del
sostegno economico, dunque, questo scenario comporta la modernizzazione del welfa-
re italiano.
Opposta, invece, è la direzione intrapresa nella progettualità degli interventi, che
vede il consolidamento dei tratti tradizionali delle nostre politiche sociali a tre livelli.
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Primo, l’esigua presenza di servizi alla persona (sociali, per l’impiego o di altra natura),
non previsti in questa ipotesi. Secondo, la marginalizzazione delle comunità locali. Qui
si ripete, infatti, l’abituale schema di un trasferimento monetario dello Stato ai cittadi-
ni senza alcun ruolo per i soggetti attivi nel territorio, a partire da Comuni e Terzo Set-
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tore. Terzo, la caotica frammentazione delle misure esistenti . Come noto, nel nostro
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11 Se anche si trattasse di un’altra nuova prestazione monetaria, lo scenario delineato non cambierebbe.
12 Già diversi componenti del Governo hanno convenuto che il reddito individuale rappresenta un
indicatore troppo grezzo per misurare le efettive condizioni economiche delle famiglie.
13 Per chiarezza si fa qui riferimento all’importo mensile di 80 euro, quello del Bonus di Renzi. L’importo
potrebbe essere elevato, subito o nel tempo, oppure diferenziato in base alle condizioni delle di-
verse famiglie in povertà. Ciò che conta, come si vedrà più avanti, è la diferenza tra questo scenario
e il precedente.
14 Ad esempio, I. Marx e K. Nelson (a cura di), Minimum income protection in fux, Palgrave MacMillan,
Basingstoke, 2013.
15 Caritas Italiana, False partenze. Rapporto 2014 sulla povertà e l’esclusione social e in Italia, 2014, disponi-
bile al seguente indirizzo: www.caritas.it
16 In merito si possono vedere, tra gli altri, I. Madama, Le politiche di assistenza sociale, Il Mulino, Bologna,
2010, e C. Gori, V. Ghetti, G. Rusmini e R. Tidoli, ll welfare sociale in Italia. Realtà e prospettive, Carocci,
Roma, 2014. Si veda anche il capitolo 2 del presente Rapporto.
17 Come si vedrà nella tabella 3, l’assenza di un investimento sul welfare locale fa venir meno l’esigenza
di costruire un’infrastruttura nazionale per sostenerlo.
18 Di responsabilità statale sono: assegno sociale, riduzione delle tarife del gas e/o elettriche, contributi
per l’aftto, riduzione di canone e tarife, assegni per il terzo fglio, detrazione dell’aftto, riduzio-
ne del canone Rai e Telecom. Di responsabilità dei Comuni sono, invece: assistenza economica,
riduzione delle tarife per i trasporti urbani, contributo al pagamento dell’acqua, altre riduzioni ed
esenzioni locali.

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