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Rapporto 2014 sulla povertà e l’esclusione sociale in Italia

f) gli orti comuni e altre forme aggregate di autoproduzione di beni;
g) il car sharing e il car pooling;
h) i laboratori per la riparazione e la trasformazione creativa di oggetti usati, favorendo
l’incontro e lo scambio di competenze fra le persone;
i) le vacanze di condivisione (mettendo a disposizione alloggi privati o fnalizzando le va-
canze ad opere sociali).

Infne, come già anticipato, l’ultimo flone di iniziative è quello che riguarda l’ambito
alimentare. In termini di progettualità concrete si possono distinguere, da un lato, quelle
orientate ad attivare processi e percorsi innovativi per il reperimento delle scorte alimen-
tari da destinare ai poveri e, dall’altro, quelle che si mobilitano sul piano culturale e dell’a-
nimazione, sensibilizzando la comunità sul corretto uso dei beni alimentari.
Per quel che riguarda il primo ambito si possono annoverare numerose esperienze.
Ad esempio la Caritas di Vercelli si impegna a recuperare i pasti in disavanzo dalle strut-
ture Asl per distribuirli poi agli ospiti dei dormitori. Ad Avezzano, attraverso il progetto
“Lo spreco utile”, vengono devoluti alle famiglie più svantaggiate (o utilizzati nella mensa
socio-assistenziale) i prodotti prossimi alla scadenza della catena Coop. Nella diocesi di
Rieti si realizza una raccolta quotidiana di alimenti inerenti la panifcazione (pane e pizza)
delle rimanenze del giorno precedente presso pizzerie e panifci del centro cittadino, con
successiva distribuzione agli indigenti. Ad Arezzo vengono organizzate raccolte di pro-
dotti alimentari in scadenza presso alcune catene di supermercati per utilizzo all’interno
dei servizi caritativi (mense, case accoglienza, associazioni) e con inserimento lavorati-
vo di persone con disabilità. A Catanzaro invece la Caritas diocesana interviene nella f-
liera del sostegno alimentare provvedendo a pagare il ftto per il capannone di deposito
(e distribuzione) utilizzato dalla Fondazione Banco Alimentare.
In tema di sensibilizzazione ricordiamo, infne, l’esperienza della Caritas di Savona
che propone iniziative di animazione sul corretto uso dei beni alimentari con corsi di cu-
cina e gestione della spesa; o l’esperienza della Caritas di Caltagirone che organizza
giornate di sensibilizzazione e raccolta di generi alimentari davanti ai supermarket pre-
senti in diocesi.


7 | ModellI e StrategIe dI Intervento contro la povertà
In risposta alla situazione di crisi economica che colpisce il nostro paese, la Caritas,
assieme alle chiese locali, nelle loro diverse espressioni e assetti organizzativi, ha messo
in atto un variegato sistema di interventi e progetti, di diversa natura.
Per dare un’idea della mole di lavoro messa in atto, ricordiamo che complessivamen-
te la Chiesa è presente in Italia con 14.246 servizi socio-assistenziali e sanitari, dove
operano 279.471 volontari laici. All’interno di tale variegato universo, sono oltre 1.760 i
servizi promossi e/o gestiti dalla Caritas in Italia, dove operano 29.429 volontari laici. Di
particolare importanza l’opera svolta dai 2.832 Centri di Ascolto Caritas in tutto il territo-
rio nazionale, dove operano circa 28.000 volontari laici.
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Per quanto riguarda lo specifco dei progetti e delle attività inquadrabili nel conte-
sto della crisi economica, è possibile classifcare tali attività su diversi floni progettua-
li. Vi sono progetti esplicitamente e direttamente rivolti a persone e famiglie colpite in
modo diverso della crisi economico-fnanziaria. Un altro flone di interventi è quello dei
progetti rivolti ad una più vasta platea di utenti, e afferenti al canale di fnanziamento
8xmille Italia, proposti e attuati dalle Caritas diocesane. Nel corso del 2012 Caritas Ita-
liana, attraverso gli uffci dell’Area Nazionale, ha accompagnato 118 Caritas diocesane
nella presentazione di 258 progetti, relativi a vari ambiti di bisogno. Destinatari di que-
sti interventi sono prevalentemente famiglie in diffcoltà, minori, immigrati, detenuti ed
ex detenuti, anziani, vittime di violenza e tratta, malati terminali, senza dimora, richie-
denti asilo. Specifche attenzioni sono state sviluppate per la prevenzione delle dipen-


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