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Le chiese locali contro la crisi: le progettualità delle diocesi italiane

intervento. Ci sono le esperienze di coloro che si attivano cercando di prevenire le situa-
zioni di disagio abitativo, istituendo fondi a sostegno delle famiglie, di contrasto a pos-
sibili sfratti; ricordiamo in tal senso il progetto “Sfratto no grazie” della Caritas di Pisto-
ia, nato in collaborazione con una fondazione bancaria del territorio (Fondazione Cassa
di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia). O ancora l’impegno della Caritas di Molfetta,
che si mobilita per l’individuazione di soluzioni alternative per le famiglie sfrattate e/o per
il pagamento di canoni di locazione arretrati. E poi, sull’altro versante, si distinguono le
esperienze di quelle Caritas diocesane direttamente impegnate nell’accoglienza. Segna-
liamo a tal proposito numerosi progetti di appartamenti solidali; ricordiamo quelli pro-
mossi dalle Caritas di Vittorio Veneto e di Arezzo o la struttura “Casa Beato Claudio Gan-
zotto” di Vicenza.
Trasversale ai due floni d’intervento l’esperienza della Caritas di Cuneo con il proget-
to “Emergenza Casa” che vede coinvolti, oltre ad altre Caritas del territorio, anche il Co-
mune, la Fondazione Cassa di risparmio e il Consorzio socio-assistenziale. Il progetto,
che parte da una convenzione frmata da tutti i soggetti coinvolti a sostegno delle fami-
glie in situazione di temporanea emergenza abitativa, prevede due misure. La prima è f-
nalizzata a prevenire lo sfratto di nuclei familiari che sono impossibilitati a sostenere le
spese dell’afftto mediante contributi versati ai locatori; l’obiettivo è creare di un periodo
“polmone” di 4-6 mesi che permetta alle famiglie di avere tempo ed energie per affronta-
re la situazione. La seconda è fnalizzata a creare nuovi alloggi temporanei per nuclei in
diffcoltà attraverso la ristrutturazione di appartamenti sftti.
Un terzo focus d’azione è quello del sostegno diretto alle famiglie vulnerabili. An-
che in questo caso in aggiunta alle ordinarie attività di supporto e di accompagnamen-
to segnaliamo le tante azioni nate per sostenere temporaneamente le famiglie più fra-
gili favorendo in alcuni casi anche la costruzione di una rete di sostegno economica e
relazionale. Molto diffuse le prassi di adozioni familiari “a vicinanza” che ricalcano le
modalità di aiuto classico del sostegno a distanza. Ricordiamo a tal proposito l’espe-
rienza della Caritas di Ragusa, di Cremona (“Adotta una famiglia del tuo paese”), di Ra-
venna, di Genova (“Camminiamo insieme”). La Caritas di Andria propone invece forme
di scambio tra famiglie: chi ottiene aiuti economici mette a disposizione alcune presta-
zioni professionali.
Sempre nell’ambito famiglia annoveriamo anche una nuova branca che riguarda gli
interventi di accompagnamento e di ri-educazione al consumo critico e responsabile. Ri-
cordiamo a tal riguardo il progetto “Cammini di Giustizia” della Caritas di Lucca, un per-
corso di accompagnamento sperimentale di circa 80 famiglie per la revisione dei propri
bilanci familiari. Analoghi i progetti di educazione alla gestione oculata del denaro orga-
nizzati dalle Caritas di Trieste, Crema, Concordia- Pordenone e Pavia.
La Caritas di Forlì-Bertinoro, oltre a dei percorsi di accompagnamento/formazione,
ha sviluppato percorsi di buone prassi attivati da alcune famiglie con il progetto “Econo-
mia di Prossimità”. Tale progetto mette in luce come le famiglie e le loro associazioni o
gruppi informali siano in grado di rispondere in maniera effcace alla grande crisi, con-
tribuendo a rinnovare l’economia. Fra le buone prassi già in atto presso la stessa dioce-
si si ricordano:

a) i mercatini dell’usato preferibilmente gestiti da soggetti non proft, che reinvestono i
proventi degli stessi in attività sociali;
b) lo scambio di usato tra famiglie e le “fere del baratto”;
c) le banche del tempo;
d) l’accompagnamento e il mutuo-aiuto fra famiglie per l’espletamento dei compiti quo-
tidiani o in particolari periodi di diffcoltà (come l’esperienza delle famiglie-tutor del
progetto “Tessere di comunità”);
e) i gruppi di acquisto solidale;


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