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7.
Orizzonti di impegno,
per le istituzioni

e le comunità locali








Dal Censimento delle opere ecclesiali

un 2014 denSo dI aSpettatIve e dI puntI dI Svolta
Come abbiamo avuto modo di sottolineare nelle note conclusive nel documento di ri-
flessione sulla povertà e le politiche di contrasto diffuso da Caritas Italiana in occasio-
ne del 17 ottobre 2013 (Giornata Mondiale di lotta alla povertà), il 2014 si preannuncia
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come un anno importante per le prospettive di riforma in questo ambito.
In effetti, dopo circa un decennio di limitata e insoddisfacente attività legislativa, ne-
gli ultimi mesi sono andate in porto diverse misure, direttamente o indirettamente cor-
relate al tema della povertà, tra cui soprattutto l’avvio della sperimentazione della nuo-
va Carta Acquisti e la revisione dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equiva-
lente). Sarà importante verifcare in quale misura il nuovo governo, che sta avviando il
suo lavoro proprio nei giorni di scrittura del presente Rapporto, sarà in grado di portare a
compimento i provvedimenti sopra elencati, ma anche di programmare un nuovo model-
lo complessivo di intervento sul tema della povertà economica, ancora oggi frammenta-
to su una pluralità di interventi e misure assistenziali, erogati da diversi attori istituziona-
li. In questo senso, pur riconoscendo il risultato di un signifcativo investimento di risor-
se dedicate alla lotta alla povertà, salta agli occhi il mancato avvio del Sostegno per l’in-
clusione attiva (SIA), rispetto al quale vi era stato un signifcativo impegno del Ministero
del Lavoro del Governo Letta, congiunta ad una dotazione del comparto sociale certa-
mente insuffciente. Potremo considerare il 2014 come l’anno di preludio ad una inver-
sione di tendenza?
Rispetto al più ampio orizzonte di interventi di contrasto alla povertà economica nel
nostro paese emergono una serie di note critiche e alcuni interrogativi insoluti.
A fronte delle spinte restrittive sul bilancio pubblico, un primo aspetto di evidente pre-
occupazione si riferisce al rischio di ulteriori contenimenti della spesa relativa alle pre-
stazioni sociali, soprattutto quella erogata su base locale. Tale rischio non è infondato:
proprio in tempi recenti la legge di stabilità 2014 (legge 27 dicembre 2013, n. 147) ha at-
tribuito al commissario straordinario per la spending review il compito di attuare entro il
31 luglio 2014 “nuove misure di razionalizzazione e di revisione della spesa, di ridimen-
sionamento delle strutture, di riduzione delle spese per beni e servizi, nonché di ottimiz-
zazione dell’uso degli immobili tali da assicurare, anche nel bilancio di previsione, una ri-
duzione della spesa delle pubbliche amministrazioni in misura non inferiore a 600 mi-
lioni di euro per l’anno 2015 e a 1.310 milioni di euro negli anni 2016 e 2017” (articolo 1,
comma 427). Il timore è che ulteriori tagli al sistema, riducendo oltre misura le disponi-
bilità economiche delle regioni in materia di politiche sociali, determinino una ulteriore ri-
duzione dei servizi e delle prestazioni alle persone. Tra l’altro, dato che gran parte della
spesa sociale italiana è costituita da pensioni, solo marginalmente passibili di interven-
ti di revisione della spesa, il rischio è che la scure si abbatta sulle restanti componenti di
tale spesa (sanità e assistenza). Come abbiamo avuto modo di sottolineare all’interno
del Rapporto, i tagli alla spesa sociale fn qui prodotti si sono ripercossi soprattutto sul-
la fascia di popolazione che si rivolge alle articolazioni territoriali Caritas. Molte delle si-
tuazioni di diffcoltà economica o di progressiva esclusione sociale che incontriamo nei
Centri di Ascolto e negli altri servizi della rete ecclesiale sono evidentemente provocate

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