Page 71 - index
P. 71


Rapporto 2014 sulla povertà e l’esclusione sociale in Italia

1) la sperimentazione della nuova Carta acquisti nelle grandi aree urbane e nelle regioni
meridionali apre un ulteriore ambito di vigilanza e di advocacy per le Caritas, alle qua-
li si richiede a volte di ri-orientare i percorsi di ascolto e di discernimento territoriale,
tentando di prefgurare, al tempo stesso, forme diverse e innovative di presenza e di
servizio nell’ambito delle povertà;


2) la progressiva introduzione a regime del nuovo isee (indicatore di situazione econo-
mica), che dovrà essere completata entro il febbraio 2015, rappresenta un’importan-
te innovazione, che non deve cogliere impreparate le Caritas: il nuovo Isee non rap-
presenterà solamente il principale fltro di accesso alle nuove misure contro le pover-
tà, ma anche alle tradizionali forme di assistenza sociale erogate in sede territoriale,
da diversi attori pubblici;

3) il futuro degli aiuti alimentari per gli indigenti. Data l’urgenza della situazione, Cari-
tas italiana ha già segnalato a tutti gli attori coinvolti l’esigenza di adempiere tem-
pestivamente e con la massima puntualità all’intero iter applicativo che, come ab-
biamo detto in precedenza, prevede la stesura di un programma nazionale nei sin-
goli paesi dell’Unione. Un ritardo nel completamento di tale iter rischia di lascia-
re privi di assistenza materiale migliaia di famiglie in situazione di diffcoltà. Allo
stesso tempo, la drastica riduzione degli aiuti alimentari a suo tempo garantiti dal
PEAD, fa emergere il problema del reperimento delle risorse alimentari da utilizzare
in ambito socio-assistenziale.
A fronte di tale progressiva carenza le Caritas stanno avviando una serie di proget-
ti innovativi, in varie direzioni di intervento: empori e supermercati solidali; alleanze
con produttori e grande distribuzione; reti territoriali locali per la raccolta di alimen-
ti, sulla base di una sempre più diffusa sensibilità ad evitare lo spreco di alimenti;
progetti di comunità che coinvolgono cittadini, imprese, associazioni ed istituzioni,
nei quali l’erogazione del bene alimentare rientra in un più ampio spettro di azio-
ni solidali;


4) la questione giovanile. Si tratta di un ambito di lavoro e impegno che, dal punto di vi-
sta della Caritas e di tutti coloro che si occupano di politiche giovanili e di promo-
zione dell’impegno ruolo sociale e civile dei giovani, richiede una presa in carico più
complessiva, che tenga conto delle nuove fatiche che le età minorili, adolescenziali
e giovanili affrontano oggi nel nostro paese, certamente differenti rispetto a quelle
del pur recente passato: la dispersione scolastica, la correlata questione dei Neet,
l’accesso al mondo del lavoro, la precarietà.
Non vanno trascurate le opportunità che stanno emergendo a livello europeo, tra
cui l’importante programma Youth guarantee (Garanzia per i Giovani), che prevede
che ogni Stato Membro assicuri ad ogni persona al di sotto dei 25 anni un’offerta
qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tiroci-
nio entro un periodo di quattro mesi, all’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal
sistema d’istruzione formale. L'occasione è importante, in quanto l'attuazione del
programma Garanzia giovani potrebbe costituire una risorsa anche per il contra-
sto al disagio giovanile, riducendo il rischio di creazione di circuiti di povertà senza
uscita. Proprio nei giorni in cui il presente Rapporto è in fase di scrittura, Il Ministe-
ro del Lavoro e le Regioni hanno fssato le linee guida per l’attuazione del Piano ita-
liano e previsto una prima ripartizione delle risorse. Per le Caritas diocesane la sf-
da consiste nel cogliere questo disagio territoriale per poi sviluppare alleanze ine-
dite, fnalizzate a progettualità realistiche. È all’interno di tali ambiti che è possibile
pensare di (ri) collocare anche il Servizio civile, i progetti Avs (Anno di Volontariato
Sociale), il Progetto Policoro.


69
   66   67   68   69   70   71   72   73   74   75   76