Page 72 - index
P. 72


Orizzonti di impegno, per le istituzioni e le comunità locali


5) sul versante del disagio abitativo, a cui il Rapporto dedica particolare attenzione, ap-
pare necessario un cambio di approccio e mentalità operativa da parte delle Caritas.
All’universo dei servizi promossi o gestiti dalle Caritas non si affacciano solamente
persone senza dimora o prive di alloggio. Vi sono anche situazioni di disagio abitativo
che riguardano persone e famiglie che vivono in regolari alloggi, ma che incontrano
diffcoltà di vario genere: aumentano le situazioni di coabitazione forzata e sovraf-
follamento, i casi di vera e propria esclusione abitativa, il numero di famiglie che non
riesce a far fronte alle spese abitative, il peggioramento della qualità degli alloggi, la
diffcoltà ad accedere al mercato immobiliare, l’impossibilità di condurre la propria
esistenza in condizioni abitative dignitose. A ciò si aggiunga la mancanza e l’inade-
guatezza degli alloggi aggravata anche dalla irrisorietà delle risorse destinate all’e-
dilizia residenziale pubblica.
All’interno della più generale categoria di “questione abitativa” in Italia si trova ri-
compresa quindi una ampia gamma di situazioni intermedie, che assegnano al no-
stro paese un primato negativo: l’Italia è terz’ultima in termini di peso delle abita-
zioni sociali sul patrimonio abitativo complessivo, superata soltanto da Portogallo e
Spagna; in Italia solo il 6% del patrimonio immobiliare è di edilizia residenziale pub-
blica, mentre in Francia si arriva al 18% e in Germania al 21%. Alla luce di ciò si può
senz’altro dire che il disagio abitativo e il “problema casa” vissuto da sempre più fa-
miglie abbia ormai raggiunto in Italia un livello decisamente critico. In particolare,
nel momento di diffusa incertezza economica che caratterizza il nostro Paese, esso
diventa causa di esclusione sociale per molte persone e famiglie, italiane e stranie-
re. Si evidenzia quindi la necessità di approfondire il fenomeno per prefgurare pos-
sibili risposte possibilmente con l’adozione di misure strutturali.
A tale scopo, Caritas Italiana, Cisl e Sicet (sindacato inquilini), hanno sottoscritto un
accordo congiunto, con due obiettivi: a) avviare un percorso di indagine naziona-
le sul fenomeno del problema casa in Italia, con lo scopo di rilevare e approfondire
la presenza di vecchi e nuovi fenomeni di disagio abitativo, nell’universo dei servi-
zi Cisl-Sicet/Caritas, anche alla luce dell’attuale crisi economico-fnanziaria; b) pre-
disporre un documento di raccomandazioni e proposte, rivolto alle amministrazio-
ni pubbliche, alle realtà produttive, al terzo settore, alla comunità civile ed ecclesia-
le nel suo complesso.
Nell’attesa che le amministrazioni pubbliche diano vita ad un nuovo modello di in-
tervento sul piano abitativo, le Caritas e le chiese locali sono chiamate ad una as-
sunzione di responsabilità. Anche a causa dell’onda lunga della crisi economica,
sono 68 le Caritas diocesane che hanno attivato progetti specifci di orientamen-
to nell’ambito del problema casa. In termini di interventi promossi a livello locale, è
soprattutto necessario pensare ad azioni di eterogenea natura, che spazino dall’ac-
compagnamento delle famiglie sotto sfratto, alla messa a disposizione di soluzio-
ni abitative, gratuite o a canone calmierato, riservate a nuclei familiari svantaggiati,
dall’azione di sensibilizzazione culturale rivolta ai proprietari, affnché si riduca il fe-
nomeno del mercato immobiliare sommerso, all’avvio di progetti sperimentali di so-
cial housing, anche in collaborazione con soggetti pubblici e del terzo settore;

6) vi sono poi infne altre questioni, di carattere più generale che ruotano attorno al più
vasto ambito della povertà e dell’esclusione sociale, e che con tale ambito si intrec-
ciano, nel tempo e nello spazio.
Prima fra tutte, non va dimenticata la dimensione della povertà minorile. Non è più
rinviabile la formulazione da parte del Governo di un piano nazionale straordinario per
combattere la povertà infantile, ispirato ai principi guida delle Nazioni Unite. Tale pia-
no dovrebbe essere pensato e progettato in consultazione con le organizzazioni del
terzo settore, prendendo in considerazione le priorità della strategia Europa 2020, in


70
   67   68   69   70   71   72   73   74   75   76