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Rapporto 2014 sulla povertà e l’esclusione sociale in Italia


grafIco 1 - rIchIeste per anno dI attIvazIone delle pratIche (v.a.) - (annI 2010-2013)
3000
2.580 2.598
2500
1.962
2000

1500

1000
420
500
77
0
2009 2010 2011 2012 2013
Dati mancanti: 3


Complessivamente, per quel che riguarda la localizzazione geografca, si registrano
importanti differenze tra le diverse aree del territorio nazionale: solo nel Mezzogiorno si
concentrano, infatti, il 59,8% delle pratiche; segue il Nord con il 24,5% e in ultimo il Cen-
tro con il 15,7%. A livello regionale possiamo dire che quasi tutte le regioni italiane han-
no attivato pratiche (18 regioni su 20); quelle che registrano il più alto numero di richie-
ste sono la Campania (15,4%), la Lombardia (12,8%), la Puglia (10,6%), l’Abruzzo (6,5%),
il Lazio (6,4%).
Come in passato, ancora oggi il più cospicuo numero di domande sembra concen-
trarsi proprio laddove si registrano i più alti livelli di povertà e i più alti tassi di disoccupa-
zione; secondo gli ultimi dati Istat, il 65,4% delle famiglie povere vive nel Mezzogiorno e
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proprio in questa area il tasso di disoccupazione raggiunge il 18,5% (a fronte di un valo-
re nazionale dell’11,3%). 8
Scendendo a livello diocesano, le Caritas che oggi risultano attive sono 166, cioè il
75,4% del totale (220). Le diocesi con il più alto numero di pratiche attivate sono Salerno
(533 pratiche), Isernia- Venafro (384), Bergamo (384) e Milano (383).
Per quanto concerne le forme di prestito, le richieste riguardano per il 92,2% dei casi
il credito sociale e per il 7,8% il microcredito d’impresa. Prevale quindi di gran lunga la
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richiesta di fnanziamenti alle famiglie in diffcoltà. Per quel che riguarda gli importi, se
per il credito sociale i fnanziamenti richiesti si avvicinano, per lo più, all’importo massi-
mo possibile (nel 83,1% dei casi si è fatta richiesta proprio di 6.000 euro), le richieste per
il credito d’impresa hanno registrato una maggiore diversifcazione ed eterogeneità; l’im-
porto più alto, pari a 25.000 euro, è stato richiesto solo dal 56,2% dei casi. Questo a signi-
fcare una più ampia varietà dello stato di bisogno delle imprese e, di contro, una mag-
giore omogeneità delle situazioni di vulnerabilità delle famiglie.


3.1. Il proflo dei richiedenti - A fare richiesta del Prestito della Speranza sono per lo
più i cittadini italiani (il 79,8%); gli stranieri rappresentano infatti solo un quinto del totale
(il 20,2%). I dati anagrafci defniscono l’età media in 47 anni, evidenziando un aumento
rispetto al 2012 (quando l’età media era di 45 anni). La classe di età più numerosa risul-
ta quella centrale 45-54 (33,3%) seguita da quella 35-44 anni (31,1%). Leggermente di-
versa la distribuzione per età dei cittadini stranieri: quest’ultimi risultano infatti tenden-
zialmente più giovani (Tab.2).
Rispetto al genere, sia tra gli italiani che tra gli stranieri prevalgono gli uomini (60,1%).
Il dato, però, non può essere letto come il segnale di un più grave stato di bisogno dell'u-
niverso maschile, considerato che, come detto, il prestito è pensato come un sostegno
alle famiglie; il richiedente dunque è solo colui che si fa portavoce dello stato di bisogno
vissuto dall’intero nucleo.


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