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LE POLITICHE CONTRO LA POVERTÀ IN ITALIA / RAPPORTO 2014
Le principali diferenze tra gli schemi elaborati riguardano le possibili fonti di fnanzia-
mento e le modifche al sistema assistenziale attuale. Il SIA e l’RMI sono piuttosto drastici
nel considerare come principale fonte di fnanziamento una revisione più (nel caso del-
l’RMI) o meno (nel caso del SIA) rilevante delle pensioni integrate al minimo e delle pen-
sioni sociali, che non verrebbero più erogate alle famiglie che si trovano a vivere una si-
tuazione economica più favorevole, da valutare tramite l’Isee.
Il REIS, invece, contempla questa revisione ma solo come possibilità di fnanziamento
alternativa ad altre, peraltro prevedendo un completo assorbimento da parte del nuovo
strumento di pensioni integrate al minimo e pensioni sociali solo per i nuovi percettori.
È per questa ragione, oltre che per la sua maggiore f essibilità, che il REIS è stato scel-per questa ragione, oltre che per la sua maggiore fessibilità, che il REIS è stato scel-
to come base di lavoro da parte dell’Alleanza contro la povertà per l’elaborazione di un
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nuovo strumento organico di lotta alla povertà.
Nel caso del RMG, infne, la proposta non contiene dettagli sulla realizzazione delle ri-
forme o dei riordini previsti.
3. Convergenze e distanze tra le proposte
Un elemento di sicuro interesse che emerge dalla lettura comparata delle proposte è
la loro signifcativa convergenza sulla gran parte degli elementi che le compongono, in
particolare per quanto riguarda SIA, REIS e RMI.
Al netto della questione del fnanziamento – che discuteremo più avanti e che è la di-è la di-la di-
mensione in cui si riscontrano le maggiori diferenze – si registra un sostanziale consen-
so rispetto all’architettura complessiva della misura.
Questo rappresenta un elemento di forza di qualsivoglia processo riformatore, tanto
più se individua delle discontinuità rispetto al passato. Prendiamo, ad esempio, la que-
stione della gradualità della introduzione della misura, che è il segno di una presa d’atto
comune del fatto che innovazioni normative rilevanti hanno la necessità di un assesta-
mento che tenga presente i prevedibili – e spesso ignorati – problemi applicativi, tanto
più in un paese che presenta diferenze territoriali molto ampie.
Ma il consenso si rintraccia anche sui target, sulle soglie reddituali e patrimoniali, sulla
durata dell’intervento: gli anni che abbiamo alle spalle non sono passati completamen-
te invano.
4. Cosa abbiamo capito in questi anni
Infatti, grazie ai passi in avanti degli ultimi anni, l’elaborazione tecnica di proposte per
l’introduzione di una misura nazionale contro la povertà assoluta ha raggiunto oggi un
livello di approfondimento senza precedenti, accompagnato da un signifcativo grado di
accordo sulle principali caratteristiche che dovrebbe assumere.
Le nuove proposte hanno ricavato dall’esperienza indicazioni utili su strade da segui-
re ed errori da non ripetere, provenienti dalle ipotesi avanzate in precedenza, dalle speri-
mentazioni già realizzate – a livello nazionale e regionale – così come dall’evoluzione del
complessivo dibattito (italiano ed internazionale) sulla lotta alla povertà. Questa evolu-
zione condivisa ha permesso, tra l’altro, di sciogliere (o almeno di cominciare a farlo) al-
cuni nodi di fondo che avevano a lungo segnato la discussione:
l’importanza decisiva della dimensione attuativa: tradizionalmente, nel dibattito italiano
sulle politiche pubbliche (non solo quelle contro la povertà), le azioni da intraprende-
re per tradurre una proposta in pratica ricevono scarsa attenzione. Vengono, infatti,
sottovalutati gli innumerevoli passaggi del percorso attuativo e i tanti specifci aspetti
tecnici da afrontare al suo interno. In passato è già successo che molti li abbiano con-
8 Per maggiori informazioni sull’Alleanza si veda www.redditoinclusione.it
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