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IL BILANCIO DELLA CRISI


2. Le proposte nel dettaglio
Sostegno economico
Tranne che per il Reddito Minimo Garantito, nelle altre tre proposte il sostegno eco-
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nomico fornito alle famiglie indigenti è pari alla diferenza tra le risorse economiche di
cui dispongono e la soglia di povertà assoluta quantifcata dall’Istat. L’idea, dunque, è
quella di fare uscire dalla situazione di povertà tutte le famiglie in Italia e di mantenerle al
di sopra della suddetta soglia per un periodo variabile.
Da questo punto di vista c’è una forte innovazione rispetto alla Social Card, perché in
tal modo questo sostegno risulta non solo mirato ma anche sensibilmente diferenziato
a livello territoriale oltre che tarato sulla composizione familiare, e quindi più equo nella
ripartizione delle risorse rispetto alle efettive esigenze. Inoltre l’importo devoluto risul-
terebbe quasi sempre maggiore di quello oggi erogato ai possessori della Carta Acquisti
e, nella maggior parte dei casi, sarebbe anche superiore a quello previsto nelle sperimen-
tazioni in atto. Solo a titolo di esempio, per dare un’idea dell’entità del limite di riferimen-
to: per una famiglia composta da due coniugi con fglio di età tra i 4 e i 10 anni residen-
te in un’area metropolitana del nord la soglia di povertà assoluta è pari a 1.350 euro, che
scendono a 968 per la stessa famiglia residente in un piccolo comune del mezzogior-
no; per un anziano solo di età superiore a 75 anni la medesima soglia varia dai 737 euro
nell’area metropolitana del nord ai 477 euro nei piccoli comuni del meridione. 7
Il sostegno monetario dovrebbe tendenzialmente permanere fno al protrarsi della
situazione di bisogno, con un controllo annuale sulla verifca dei requisiti richiesti (non
specifcato nel caso del SIA).

Finanziamento e gestione
Tutte le misure proposte sono comunque a carattere universale e, anche per questa
ragione, il loro fnanziamento avviene a livello nazionale e l’ente erogatore è l’Inps. La ge-è l’Inps. La ge- l’Inps. La ge-
stione sul territorio sarebbe invece afdata ai Comuni, riuniti in appositi distretti, coadiu-
vati dai Centri per l’impiego e dal Terzo settore, mentre nel caso del REIS viene defnito
anche un ruolo attivo per Caf e Patronati. Alle Regioni resterebbe il ruolo di raccordo tra
l’amministrazione centrale e gli enti locali. Nel caso del Reddito Minimo Garantito, viene
afdato alle regioni il compito di redigere, di concerto con i comuni e gli enti locali, un
piano d’azione annuale e triennale per defnire platea dei benefciari.


Criteri per l’accesso
Nel caso di SIA, REIS e RMI, viene prospettata la fssazione di una soglia, determinata con
l’Isee, al di sotto della quale si otterrebbe il sostegno monetario. Questo potrebbe genera-
re qualche distorsione soprattutto a favore dei lavoratori autonomi e dei possessori di pa-
trimoni mobiliari largamente occultati. Con la riforma dell’Isee, i costi per lo Stato della mi-
sura a regime sarebbero stati quantifcati intorno ai 7-8 miliardi nel caso del SIA, sarebbero
di poco superiori ai 6 miliardi per il REIS, mentre ricadrebbero all’interno di una forbice tra
5,8 e 8,7 miliardi per quanto riguarda l’RMI. Nel caso del RMG non è presente una quantif-
cazione dei costi, ma viene segnalata la costituzione di un Fondo presso la Presidenza del
Consiglio dei Ministri in cui confuiranno risorse rivenienti dalla fscalità generale.


Il prospetto che segue riassume e mette a confronto le proposte in questione.




6 Per il RMG il benefcio individuale in denaro viene fssato in 7.200 euro l’anno (da corrispondere in im-
porti mensili di 600 euro), con rivalutazione annuale in base agli indici del costo della vita elaborati
dall’Istat. Esso viene modulato tenendo conto del numero dei componenti del nucleo familiare.
7 Per i dettagli sulle soglie di povertà assoluta e le loro variazioni in base alla composizione familiare,
all’ampiezza del comune di residenza e alla collocazione sul territorio, si rimanda alla pubblicazione
dell’Istat La povertà in Italia, anno 2012, consultabile sul sito: www.istat.it

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