Page 44 - index
P. 44


Povertà nazionale, tendenze europee

Infne, non vanno sottovalutate le conseguenze sul livello di coesione sociale: nei pae-
si più colpiti dalla crisi è agevole registrare una crescente tensione tra gruppi sociali con-
trapposti e concorrenti, in lizza per un sempre più esiguo ammontare di risorse econo-
miche e assistenziali (guerra tra autoctoni e stranieri; tra ricchi e poveri; tra assistiti ed
esclusi…). 4


2 | la rISpoSta delle carItaS neI paeSI caSo-StudIo
Tutte le Caritas coinvolte nel Rapporto manifestano elevati livelli di aumento di uten-
za presa in carico o, più in generale, di persone e famiglie che si rivolgono alle porte del-
le Caritas per chiedere aiuto. Tuttavia, soprattutto questo ultimo tipo di incremento non
è quantifcabile con esattezza in tutti i paesi oggetto di indagine: da un lato, non tutte le
Caritas coinvolte nel Rapporto registrano sistematicamente il proprio volume di attività;
dall’altro, non tutte le Caritas operanti nei sette paesi caso-studio svolgono attività diret-
te di assistenza ed erogazione di aiuti materiali (ad esempio, Caritas Irlanda non effettua
direttamente interventi di aiuto, ma svolge funzioni di lobby, advocacy, studio e ricerca,
in riferimento ad una pluralità di enti aderenti, tra cui anche le parrocchie, titolari dell’in-
tervento sul campo).
Nei casi in cui la Caritas svolge una funzione diretta di intervento sociale, i dati di-
sponibili evidenziano un trend in forte aumento, dal 2011 al 2012. Si pensi al Portogallo
(+107,0 % di famiglie assistite, da 27mila a 56mila) oppure alla Spagna (+ 77,7% di per-
sone assistite, da 1.015.276 a 1.804.126).
Oltre il dato quantitativo, le Caritas dei paesi deboli evidenziano alcune tendenze co-
muni di impoverimento, che appaiono più signifcative soprattutto per quanto riguarda i
paesi storici dell’Unione Europea (Spagna, Portogallo e Italia):

a) aumento delle richieste di aiuto, anche per il soddisfacimento di bisogni materiali di
sopravvivenza, da parte di un numero crescente di persone e famiglie, molte delle
quali autoctone, colpite da poco tempo dal fenomeno dell’impoverimento o dalla per-
dita improvvisa del lavoro;
b) emergono dalla crisi nuove forme di povertà e nuove domande sociali, che interpel-
lano le comunità locali e richiedono l’attivazione di rinnovate forme di intervento da
parte delle Caritas;
c) le situazioni di diffcoltà sono sempre più complesse e di lunga durata;
d) aumentano le situazioni di scivolamento da una condizione di povertà relativa ad una
condizione di indigenza e povertà estrema;
e) è sempre minore il sostegno economico degli enti pubblici a favore dei servizi eccle-
siali: proprio nel momento di picco della crisi e in presenza di forti incrementi nella do-
manda di aiuto, si registrano da parte di molte Caritas diffcoltà nel reperimento dei
fondi e delle risorse economiche necessarie per il fnanziamento delle attività. In mol-
ti paesi, anche quelli più ricchi, il contributo pubblico si sta riducendo, i sistemi fscali
sono meno favorevoli, le collette e le campagne di raccolta fondi stanno producendo
meno risultati. Tale defcit ha stimolato molte Caritas ad avviare più effcaci attività di
fund-raising, anche in riferimento a bandi di fnanziamento europei;
f) è in atto in alcuni paesi una riduzione del volume di risorse umane impegnate in Cari-
tas a titolo di volontariato, soprattutto a causa di un ridotto afflusso di nuove leve e
uno scarso tasso di ricambio intergenerazionale.


Gli interventi promossi in risposta alla crisi dalle diverse Caritas (nazionali, diocesa-
ne, territoriali…) nei sette paesi caso-studio sono strettamente correlate ai diversi asset-
ti istituzionali ed operativi dei singoli contesti. Non manca in nessuno dei paesi coinvol-
ti l’erogazione di aiuto materiale, più evidente ed esclusivo nel caso di Cipro, Romania e
Grecia, mentre nelle Caritas di più antica istituzione (Spagna, Italia, Portogallo), l’azione


42
   39   40   41   42   43   44   45   46   47   48   49