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Povertà nazionale, tendenze europee

La Grecia si caratterizza come il paese dove si manifesta con maggiore evidenza la
disoccupazione giovanile (55,3%), mentre la disoccupazione di lunga durata è invece più
forte in Irlanda (61,7%). In Italia, la disoccupazione generale si allinea sostanzialmente
sui valori medi europei, mentre è quella giovanile ad assumere contorni piuttosto rilevan-
ti (35,3% della forza lavoro 15-24 anni).



nuMero taSSo dI dISoccupazIone dISoccupazIone Indicatori di
dI perSone dISoccupazIone dI lungo perIodo gIovanIle disoccupazione
dISoccupate generale (% dIsoccupatI (% dIsoccupatI nei paesi deboli
,
(mIglIaIa dI (% dIsoccupatI da 12MeSI o pIù Sulla Forza dell Unione
persone) Sulla Forza Sul totale deI lavoro 15-24 Europea. Anni 2011
lavoro 15-74 dIsoccupatI) annI)
annI) e 2012
2011 2012 2011 2012 2011 2012 2011 2012
ue27 23.045 25.068 9,7 10,5 42,9 44,4 21,4 22,8
cipro 31 52 7,9 11,9 20,8 30,1 22,4 27,8
grecia 877 1.204 17,7 24,3 49,6 59,3 44,4 55,3
Irlanda 304 316 14,7 14,7 59,4 61,7 29,1 30,4
Italia 2.108 2.744 8,4 10,7 51,9 53,0 29,1 35,3
portogallo 706 860 12,9 15,9 48,2 48,7 30,1 37,7
romania 730 701 7,4 7,0 41,9 45,3 23,7 22,7
Spagna 4.999 5.769 21,7 25,0 41,6 44,5 46,4 53,2

Fonte: eurostat, 2012 1


Colpiscono i dati relativi al livello di disoccupazione generale e giovanile della Roma-
nia: nel 2012 il tasso di disoccupazione generale in Romania è stato pari al 7,0% della
popolazione attiva (oltre tre volte inferiore a quello della Grecia e della Spagna). Si tratta
di un valore sensibilmente inferiore a quello degli altri paesi considerati, effetto di diver-
si fattori, tra cui le politiche di delocalizzazione territoriale a favore della Romania portate
avanti da molte realtà produttive occidentali, ma anche della capacità di molte realtà in-
dustriali romene di superare vecchi modelli di produzione e adattarsi alle rinnovate esi-
genze qualitative e quantitative dei mercati occidentali.
Va infne sottolineato che il relativo basso tasso di disoccupazione in Romania può
anche essere collegato al fatto che un gran numero di romeni in età attiva sono emi-
grati in altri paesi europei (in Italia ci sono complessivamente più di un milione di ro-
meni).
Il livello relativamente basso di disoccupazione generale e giovanile in Romania nulla
dice sulla qualità del lavoro e sull’entità salariale vigente presso tale paese: in effetti, se-
condo le statistiche Eurostat i salari medi in Romania sono tra i più bassi dell’Unione Eu-
ropea: nel 2010, gli importi più elevati delle retribuzioni lorde medie annue dei lavoratori
dipendenti a tempo pieno nelle imprese con dieci o più addetti negli Stati membri dell’UE
sono stati registrati in Danimarca (58.840 euro), nel Lussemburgo (49.316 euro), nei Pa-
esi Bassi (45.215 euro), mentre le retribuzioni lorde medie annue più basse sono state re-
gistrate proprio in Romania (5.891 euro) e Bulgaria (4.396 euro). L’Italia si colloca a metà
classifca (28.530 euro annuali).
Di tutt’altra natura invece la crisi occupazionale spagnola, in gran parte riconducibi-
le allo scoppio della burbuja immobiliar (la bolla immobiliare), che ha colpito la Spagna a
partire dal 2005. Per tutti gli anni Novanta un gran numero di spagnoli avevano investi-
to gran parte dei loro risparmi nella costruzione o nell’acquisto di prime e seconde case.
La febbre del mattone fu agevolata dal basso costo del denaro, ai minimi storici, e da al-
cune misure del governo spagnolo, guidato dal primo ministro José María Aznar, che in-
centivò questa tendenza stimolando la domanda, introducendo deduzioni e agevolazioni


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