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LE POLITICHE CONTRO LA POVERTÀ IN ITALIA / RAPPORTO 2014


Tab. 1 La povertà e le condizioni afni (persone coinvolte, valori percentuali, Italia, 2012, fonte Istat)

CONCETTI DEFINIZIONE DEI CONCETTI DIMENSIONI
SPECIFICI GENERALI
Povertà estrema Non può sostenere le spese necessarie alla propria sussistenza materiale. Ne esistono varie POVERTÀ
defnizioni, accomunate dal far coincidere questa condizione con la difcoltà di sopravvi- ESTREMA
venza (Persone in povertà estrema = tra 0,2% e 0,5%) 6
Povertà assoluta 7 Non può sostenere la spesa mensile necessaria per acquisire il paniere di beni e servizi POVERTÀ
che, nel contesto italiano, è considerato essenziale a conseguire uno standard di vita mi- ASSOLUTA
nimamente accettabile. È la spesa minima per alimentazione, abitazione e altro. (Persone
in povertà assoluta = 8 %) 8
Povertà relativa Ha una disponibilità di risorse fortemente inferiore a quella della maggior parte degli in- POVERTÀ
dividui della società nella quale vive. In Italia l’Istat considera in questa condizione la fa- RELATIVA
miglia di due persone che non può sostenere la spesa media mensile di una, aggiustando
opportunamente la misurazione per i nuclei di diversa numerosità (attraverso le “scale di
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equivalenza” ). (Persone in povertà relativa = 15,8%)
Rischio di povertà Chi ha un reddito inferiore al 60% di quello mediano del proprio paese. È un’altra tradu-
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zione operativa del concetto di povertà relativa, utilizzata dall’Eurostat per misurare la
povertà nei diversi paesi europei. (Persone a rischio di povertà = 19,4%)
Deprivazione Chi vive in una famiglia con almeno tre dei seguenti nove sintomi di disagio: i) non poter DISAGIO
materiale / Severa sostenere spese impreviste, ii) non potersi permettere una settimana di ferie, iii) avere ECONOMICO
deprivazione arretrati per il mutuo, l’aftto, le bollette o altri debiti; iv) non potersi permettere un pa-
materiale sto adeguato ogni due giorni; v) non poter riscaldare adeguatamente l’abitazione; vi) non
potersi permettere la lavatrice; vii) non potersi permettere la tv a colori; viii) non potersi
permettere il telefono; ix) non potersi permettere l’automobile. La severa deprivazione
materiale si registra quando i sintomi sono almeno 4. (Persone in stato di severa deprivazio-
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ne materiale = 14,5 %) (Persone in stato di deprivazione materiale = 24,8%)
Rischio di povertà o Chi si trova in almeno una delle seguenti tre condizioni: a) a rischio di povertà, b) grave
di esclusione sociale deprivazione materiale, c) vive in una famiglia a bassa intensità di lavoro. È l’indicatore
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messo a punto dall’Unione Europea per defnire gli obiettivi da raggiungere prima del 2020,
anno entro il quale si vuole far uscire da questa situazione almeno 20 milioni di persone nel
continente. (Persone a rischio di povertà o di esclusione sociale = 29,9%)


6 Qualsiasi percentuale in proposito è da considerarsi con cautela perché questa rappresenta l’unica
tra le defnizioni riprese nella tabella per la quale non esiste una modalità di misurazione condivisa
dagli esperti. Lo 0,2% si riferisce alle persone senza dimora censite a fne 2011 da Istat, Ministero
del Lavoro, fo.SPD, Caritas (cfr. par. 1.4), la fonte attualmente più utilizzata quando si discute di
povertà estrema. Peraltro, una stima efettuata da Amendola, Salsano e Vecchi con una diferente
metodologia, riferita al 2008, giungeva anch’essa a quantifcarne una difusione pari allo 0,2% della
popolazione. Secondo alcuni la percentuale sarebbe oggi superiore ma è, comunque, ragionevole
supporre che non superi lo 0,5% della popolazione.
7 All’interno dell’accezione assoluta è possibile includere anche il concetto di povertà alimentare, am-
piamente illustrato nel capitolo 5. In una indagine condotta nel 2009 dalla Fondazione per la sus-
sidiarietà, la povertà alimentare è stata defnita come la condizione in cui si trovano le famiglie che
spendono per l’acquisto di generi alimentari una cifra pari o inferiore ad una determinata soglia
di riferimento (standard food poverty line) calcolata a livello nazionale e regionale (cfr. L. Campiglio
e G. Rovati (a cura di), La povertà alimentare in Italia. Prima indagine quantitativa e qualitativa 2009,
consultabile al seguente indirizzo: www.bancoalimentare.it/fles/documenti/Sintesi_Poverta_alimen-
tare_in_Italia_280909.pdf).
8 I dati riportati in questa tabella si riferiscono al 2012. A partire dal 14 luglio p.v., in occasione della
pubblicazione da parte dell’Istat dei dati sulla povertà in Italia nel 2013, le informazioni qui inserite
verranno aggiornate con gli ultimi disponibili.
9 Le scale di equivalenza sono l’insieme dei coefcienti di correzione utilizzati per determinare la soglia
di povertà quando le famiglie hanno un numero di componenti diverso da due.
10 La mediana è il valore assunto dall’unità statistica che si trova a metà della distribuzione. In questo
caso gli individui di un paese vengono ordinati in base al reddito e quello mediano appartiene alla
persona che si trova a metà di questo ordinamento.
11 Come è riportato nel Rapporto Annuale 2014 pubblicato da Istat, la percentuale di persone apparte-
nenti a famiglie in condizioni di grave deprivazione materiale scende nel 2013 al 12,5% (cfr. Rappor-
to Annuale 2014. La situazione del paese, maggio 2014, p. 175). In questa sede, pur essendo disponibili
i dati del 2013, si sono considerati i dati del 2012, per uniformità col riferimento cronologico adotta-
to per tutti gli altri dati considerati (2012).
12 Si tratta di persone che vivono in famiglie i cui componenti (età tra i 18 e i 59 anni) lavorano meno di un
quinto del loro tempo di lavoro potenziale. Le condizioni a) e b) sono illustrate più in alto nella tabella.

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