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A partire dal 2010, la quota di persone a rischio di povertà o esclusione sociale è au-
mentata in due terzi dei Paesi UE (Graf. 2). Nel 2012, 124,5 milioni di persone (24,8%
della popolazione nell’Europa a 28 Stati), erano a rischio di povertà o esclusione so-
ciale, mentre tale quota era pari al 23,7% nel 2010 (pari ad un aumento di 1,1 punti
percentuali). I dati relativi al 2012 evidenziano una lieve diminuzione di povertà in
sette Paesi (tra cui Germania e Francia), e un decremento più accentuato in Lettonia
(-4 punti percentuali). Nella maggioranza dei Paesi aumenta la quota di persone che
vivono in famiglie a bassa intensità lavorativa e grave deprivazione materiale. Ad
esempio, nel Regno Unito una famiglia su sei nelle aree più svantaggiate del Paese
non riesce a fare fronte alle spese essenziali ed è costretta a coprire le spese con pre-
stiti contratti giorno per giorno. In Belgio, paese ospitante le principali istituzioni eu-
ropee, il tasso di persone gravemente deprivate è giunto a superare di cinque volte
la media europea.


Grafico 2 – Indicatori di povertà ed esclusione sociale UE28
Anni 2010-2012 (milioni di persone)
140 Persone a rischio di
povertà o esclusione
120
sociale
100
Persone a rischio di
80 povertà dopo i trasfe-
rimenti sociali
60
Persone in grave de-
40
privazione materiale
20
Persone che vivono
0 in famiglie a bassa in-
2010 2011 2012 tensità lavorativa



Per quanto riguarda l’Italia, l’obiettivo fissato per il 2020 dal nostro Paese è quello di
ridurre di 2 milioni 200mila unità il totale complessivo di persone a rischio di povertà
o esclusione sociale.
Per efetto di vari fattori, tra cui la perdurante aggressività della crisi economica
e l’insufficienza delle misure di contrasto fin qui attuate, i progressi dell’Italia verso
la riduzione della povertà e dell’esclusione sociale sono stati molto limitati, al punto
che il nostro Paese – assieme all’Ungheria, alla Grecia e alla Spagna − è, all’interno
dell’Unione, uno tra i più lontani dai rispettivi obiettivi nazionali. È interessante no-
tare come i Paesi che più si posizionano lontani dagli obiettivi di riduzioni della po-
vertà sono anche quelli dove (tranne la Spagna) è assente o poco implementata una
misura nazionale di sostegno al reddito.
Scendendo nel dettaglio dei dati relativi alla situazione italiana, si osserva come
nel corso degli anni la distanza dall’obiettivo prefissato è andata via via aumentando:
nel 2010, secondo i dati Eurostat, il numero di persone a rischio di povertà o esclu-
sione sociale in Italia era pari a 14.757.000 unità. L’uscita dallo stato di povertà di 2
milioni 200mila persone entro il 2020 porterebbe il totale di persone povere alla
cifra di 12 milioni 557mila unità. La serie storica fornita da Eurostat dimostra come
l’Italia si stia progressivamente allontanando da tale obiettivo (Graf. 3). Già nel 2011
il numero di poveri in Italia anziché diminuire, era aumentato di oltre 2 milioni di
unità, portando la distanza dall’obiettivo 2020 a oltre quattro milioni e mezzo di
unità. Anche l’anno successivo si è registrato lo stesso fenomeno: il numero di per-
sone a rischio di povertà è aumentato ancora, determinando un ulteriore aumento
della forbice dal raggiungimento dell’obiettivo.


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Caritas Italiana | Flash Report su povertà ed esclusione sociale 2014 5 5
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