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LE POLITICHE CONTRO LA POVERTÀ IN ITALIA / RAPPORTO 2014


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to . Nel senso che disponiamo di studi che vanno in questa direzione, ma essi prendono
in esame contesti territorialmente circoscritti (quelli comunali all’interno delle regioni),
proponendo anche comparazioni, ma a livello regionale. Elemento che, per la specifcità
di ogni modello organizzativo regionale di gestione dei servizi e interventi sociali, getta
una luce parziale sulla realtà della valutazione delle politiche.
L’unico monitoraggio sulle politiche di welfare locali realizzato a cadenza annuale è
la rilevazione condotta dall’Istat sulla spesa per interventi e servizi sociali dei comuni. E
sarà su questa che ci si baserà per trarre alcuni elementi utili per la nostra rifessione. In
aggiunta ad essa, dal momento che la rilevazione Istat copre l’intervallo temporale dal
2003 al 2011, per poter riferirsi a dati più recenti, ci si è avvalsi di alcune elaborazioni di
fonte Cisl relative al 2012.
Come noto, la 328/2000 e la riforma del titolo quinto della Costituzione hanno asse-
gnato a Comuni e Regioni un ruolo di primo piano nella gestione dei servizi e degli inter-
venti sociali, riconoscendo ai primi la titolarità della gestione degli interventi e dei servizi
socio-assistenziali (art. 3 l. 328/2000) e ampliando, quanto meno a livello programmatico,
la sfera di competenza delle Regioni in ordine all’assistenza sociale. Per quanto, come si
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avrà modo di vedere, le risorse assegnate ai Comuni per interventi e servizi sociali, fra cui
anche quelle di contrasto alla povertà, siano modeste, non si può non considerarle e anzi
proprio la loro esigua consistenza sarà uno degli argomenti che utilizzeremo per avallare
la tesi della necessità di introdurre una misura nazionale di contrasto alla povertà.
La rilevazione sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni fornisce a tal riguardo alcu-
ne informazioni interessanti. 12
Ci concentreremo soprattutto sulla spesa per l’assistenza sociale ed esamineremo
una serie di aspetti con l’intento di dimostrare che le politiche locali di contrasto alla
povertà, all’interno della più ampia categoria delle politiche sociali locali, dipendendo da
sistemi di regolazione locale, non sempre si rivelano adeguate rispetto alle situazioni di
povertà locali: laddove i tassi povertà sono più alti, lì la spesa per interventi e sevizi di con-
trasto alla povertà risulta considerevolmente più bassa rispetto alle altre aree del paese.
In questo modo si osserveranno anche gli efetti che la crisi e la riduzione delle risorse
pubbliche hanno avuto e stanno avendo sugli interventi locali di sostegno alle fasce più
deboli della popolazione.




10 Questo è imputabile sia all’assenza nel nostro paese di una cultura della valutazione tout court che al
fatto che quello della valutazione è un terreno su cui si confrontano e scontrano diferenti opzioni
teoriche e metodologiche. Ciò ha di fatto reso difcoltoso l’afnamento graduale di una pratica
di ricerca e il conseguente consolidamento di questo settore di studi. Gli unici esempi di analisi
dell’efcacia di interventi o servizi di contrasto alla povertà si riferiscono a interventi e servizi rea-
lizzati nei contesti locali (p. es. Irs, Valutazione di efcacia e di efcienza degli interventi di assistenza
economica di base in Provincia Autonoma di Bolzano”, maggio 2011; C. Gori (a cura di), Come cam-
bia il Welfare Lombardo. Una valutazione delle politiche regionali, Maggioli Editore, 2010). Un altro
esempio recente di valutazione di politica di contrasto a carattere nazionale è quella realizzata in
occasione della prima sperimentazione del reddito minino di inserimento in 39 comuni nel biennio
1999-2000 e afdata a tre istituti di ricerca (Irs, Fondazione Zancan e CLES) (cfr. D. Mesini, E. Ranci
Ortigosa, La valutazione della sperimentazione del Reddito Minimo di Inserimento: come valorizzare e
proteggere i risultati di una valutazione in un contesto politico turbolento, Rassegna Italiana di Valuta-
zione, N.30/004, Franco Angeli).
11 Sappiamo bene che la mancata individuazione, a livello nazionale, dei livelli essenziali delle prestazio-
ni sociali ha fatto sì che alle Regioni mancasse una cornice di riferimento defnita nell’esercizio delle
proprie funzioni di programmazione regionale.
12 È una indagine annuale condotta a partire dal 2003 che rileva informazioni sugli interventi e i servizi
sociali oferti a livello locale dai Comuni singoli, dalle loro associazioni e da enti di varia natura per
delega da parte dei comuni (consorzi, comprensori, comunità montane, unioni di comuni, distretti
sociali, Asl, forme associative) che rileva il numero di utenti, la spesa sostenuta, la compartecipa-
zione alla spesa da parte di utenti e del Sistema Sanitario nazionale. Per maggiori informazioni si
veda la nota metodologica Interventi e i servizi sociali dei Comuni singoli e associati. Anno 2011, Nota
metodologica, consultabile su: www.istat.it

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