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Genitori separati: bisogni intercettati ed espressi all'interno del circuito ecclesiale


grado di farlo” proprio per una fragilità psicologica e relazionale. Spesso il coniuge, spie-
ga il Presidente, sebbene fonte di conflitto rappresenta una sicurezza, “un polo che so-
stiene”; solo sapere che “l’altro c’è” dà conforto e fa sentire al sicuro. “Al contrario noi
siamo portati a credere che il passaggio da coniugati a separati sia qualcosa di netto e
semplice: o ci si vuol bene, oppure ci si lascia […] in realtà c’è un’ambiguità molto forte”.
Tra lo stare insieme e il separarsi ci sono molti stadi intermedi che presuppongono con-
sapevolezza, forza interiore. I coniugi in via di separazione sono persone fragili, spesso
incapaci di gestire i problemi e comunque legati ad un passato in cui ci si sentiva cop-
pia, forti insieme.
Il secondo ambito di intervento dei consultori è quello della gestione del conflitto.
Spesso - conferma il Presidente della Federazione Lombardia - c’è una “conflittualità
esasperata”, pertanto attraverso gli interventi si sviluppa un percorso di accompagna-
mento per creare “nuovi canali comunicativi, ridefnire i ruoli e percepire i propri con-
fni”. Gli effetti dell’accompagnamento - racconta la Direttrice di un Consultorio del-
la provincia di Roma - “si riscontrano soprattutto nell’aiutare i separandi a sviluppare
consapevolezza e un rapporto sereno tra loro che aiuta poi anche nella gestione dei f-
gli”. Il tutto ricade nell’ambito della mediazione familiare, il percorso offerto alla cop-
pia per la riorganizzazione delle relazioni familiari in vista o in seguito alla separazio-
ne o al divorzio.
In particolare, attraverso la mediazione familiare i Consultori si propongono di: sti-
molare la collaborazione dei genitori nella gestione dei fgli, favorire un clima di fdu-
cia reciproca che permetta di mantenere un livello di rispetto reciproco, permettere la
continuità dei legami genitoriali (favorendo l’equilibrio tra diritti e doveri verso i fgli),
permettere la comunicazione per portare avanti un progetto educativo condiviso. Ri-
spetto al passato si evidenziano alcuni cambiamenti: “se prima i separati si rivolgeva-
no ai consultori soprattutto per questioni giudiziarie, magari legate a risarcimenti o ad
aspetti legali, oggi si rivolgono a noi da un lato per capire le ragioni della separazio-
ne, per acquisire consapevolezza, per andare a fondo al problema (quindi per avere un
supporto sul piano psicologico) e dall’altro per chiedere aiuto su come comunicare la
decisione ai fgli e ai familiari”. Ecco dunque che si giunge alla terza vulnerabilità, il bi-
sogno di essere sostenuti nelle relazioni con i propri figli, da reinventare e calibrare a
seguito della rottura coniugale.

3 | Il focus quantItatIvo: “I bIsognI espressI”
L’analisi quantitativa, il secondo step dell’indagine, ha consentito attraverso il diretto
coinvolgimento degli utenti dei Consultori familiari e dei servizi Caritas di scendere a un
ulteriore livello di approfondimento, a partire dalle loro singole esperienze.
La rilevazione condotta tra il 15 maggio e il 15 luglio 2013 ha avuto un carattere
nazionale. Per l’universo Caritas risultano coinvolte sedici Caritas diocesane, una per
ogni regione ecclesiastica; per il mondo dei consultori quindici Federazioni regiona-
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li, su un totale di diciassette. Lo strumento di rilevazione utilizzato è stato un questio-
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nario strutturato volto ad approfondire sette dimensioni, le stesse che sostanziano lo
standard di vita di ciascuno: lavoro/occupazione, abitazione, accesso ai beni primari,
stili di vita e consumi, salute e benessere psicofsico, relazioni sociali. La strutturazio-
ne del questionario è stata pensata per favorire il confronto tra il pre e il post separa-
zione, a partire dall’ipotesi che la separazione produce un generale peggioramento nel-
lo standard di vita non solo sul piano materiale ma anche sotto l’aspetto psicologico/
relazionale e del benessere. 10
Complessivamente i questionari raccolti sono stati 466; di questi circa i due terzi
(64,2%) sono stati acquisiti presso la rete Caritas, poco più di un terzo (35,8%) presso i
Consultori familiari. Scendendo più nel dettaglio dei servizi, i dati provengono soprattut-
to dai centri di ascolto (36,9%), dai consultori familiari (33,5%), dai servizi di accoglienza


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