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Un universo di disagio alle porte della Caritas: i dati dei centri di ascolto

L’analisi degli interventi erogati dai Centri di Ascolto evidenzia alcuni elementi di in-
teresse, che in parte aiutano a cogliere alcune tendenze di cambiamento nei modelli di
presa in carico del disagio sociale da parte dei CdA collegati con le Caritas diocesane.
In primo luogo, si conferma la forte diffusione dell’erogazione di beni materiali, an-
che se i livelli quantitativi di intervento non corrispondono sempre al livello di richiesta
espressa. Ad esempio, a fronte di una quota del 10,7% di persone che ha richiesto un aiu-
to economico, l’effettiva erogazione di questo tipo di aiuto riguarda il 6,7% delle persone.
Al contrario, a fronte del 34,0% di utenti che aveva fatto richiesta di servizi e beni mate-
riali, tale forma di aiuto è stata erogata al 50,4% delle persone. Ma anche il coinvolgimen-
to è una forma di intervento che supera la dimensione della richiesta espressa (29,8% di
persone hanno benefciato di questo tipo di interventi, a fronte del 26,8% di richiedenti).
Tutte le restanti forme di intervento fanno registrare valori numerici poco signifcativi,
a conferma di una forte propensione alla “specializzazione” dei CdA, che tendono a con-
centrare la loro attenzione su di un numero ristretto di interventi.


5 | zooM Su povertà econoMIca e benI MaterIalI
In considerazione del tema del rapporto, è apparso utile fornire un breve zoom mono-
grafco sul fenomeno della povertà e del disagio materiale, con particolare riguardo agli
interventi forniti dai CdA su tale aspetto di lavoro.
Un approfondimento della macro voce “povertà/problemi economici” dimostra che la
quota più signifcativa di persone è quella caratterizzata da “reddito insuffciente rispet-
to alle normali esigenze della persona” (o della famiglia). Si tratta di una quota di perso-
ne pari al 47,4% di tutti coloro che hanno manifestato almeno un problema economico
(75.260 persone). Si tratta della micro-categoria di povertà più signifcativa, seguita ad
una certa distanza da coloro che sono risultati totalmente privi di reddito o entrate eco-
nomiche (28,5%). Le restanti categorie di povertà non fanno registrare valori di presen-
za particolarmente rilevanti. Tra queste vi è anche l’usura, corrispondente ad uno scar-
no 0,1% del totale (da noi fatta confluire nella voce “Altro”). Sembra evidente che nei dati
raccolti presso i CdA il fenomeno dell’usura sia notevolmente sottorappresentato, perlo-
meno rispetto all’entità del fenomeno così come viene narrata dai testimoni e dagli ope-
ratori del settore.


FigURA 3 - MICROVOCI DI POVERTà / PROBLEMI ECONOMICI. ANNO 2013 (%)*

47,4
40,00

30,00 28,5


20,00

10,00
5,5 5,1 4,9 4,8 3,4
0,00 1,0
REDDITO NESSUN PROTESTO/ ALTRO INDEBITAMENTO POVERTà INDISPONIBILITà ACCATTONAGGIO
INSUFFICIENTE REDDITO FALLIMENTO (USURA) ESTREMA ECONOMICA
NORMALI
ESIGENZE
ESIGENZE STRAORDINARIE
* % sul totale delle persone che hanno manifestato almeno un problema economico
(75.260 in totale)
In linea teorica ciascun utente poteva essere destinatario di più tipi diversi di aiuto
materiale (es.: mensa + buoni pasto + mobilio…). Tuttavia, le persone che nel corso del
2013 hanno benefciato di più tipi di interventi materiali non sono numerosissime: si trat-
ta di 2.425 persone, pari al 3,4% del totale dei benefciari di aiuto materiale. La modalità


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