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Rapporto 2014 sulla povertà e l’esclusione sociale in Italia



TABELLA 6 MacrovocI rIchIeSte InterventI

mACROvOCI DI Beni e servizi materiali 34,0 50,4
RIChIEsTE E
INTERvENTO AI Coinvolgimenti 26,8 29,8
CDA. ANNO 2013 Sussidi economici 10,7 6,7
| % sUL TOTALE
DELLE PERsONE Sanità 10,5 7,3
Orientamento 10,3 7,0
Lavoro 8,3 3,8
Alloggio 8,3 2,8
Consulenze professionali 2,6 3,3
Sostegno socio-assistenziale 2,0 1,8
Scuola/istruzione 0,8 0,5
Altre richieste/interventi 0,8 0,9

Il totale di colonna supera il 100 in quanto ogni utente può essere portatore
di più di una richiesta/intervento.
Dati mancanti: 6.303


Fatte salve queste premesse, si può notare come rispetto alle informazioni rintrac-
ciabili in rapporti di ricerca prodotti negli anni passati, in epoca precedente allo scoppio
della crisi economica e in cui si osservava una spiccata predominanza delle richieste le-
gate ai beni materiali (beni primari, lavoro, denaro, casa), il panorama attuale evidenzia
la tendenza ad un panorama di richieste più sbilanciato sulla dimensione orientativa e di
segretariato sociale.
Al primo posto vi è sempre la richiesta di beni e servizi materiali, espressa da una par-
te cospicua di utenti (34,0%). Ma subito dopo non può essere ignorata la nutrita schie-
ra di persone (26,8%) che richiede al CdA l’attivazione e il coinvolgimento di soggetti ed
enti terzi, sia di tipo ecclesiale che nel versante laico/istituzionale. In alcuni casi, tali ri-
chieste si riferiscono alle competenze di singoli professionisti; in altri casi si può trattare
invece di richieste che prevedono l’attivazione multipla di enti e singole professionalità,
sia in ambito pubblico che privato. A tale propensione va inoltre accostata una quota si-
gnifcativa di utenti, pari al 10,3%, che richiede ai CdA orientamento a servizi o informa-
zioni su come accedere a misure/prestazioni socioassistenziali disponibili nel territorio
di riferimento.
Un aiuto economico è invece richiesto in modo esplicito da una minoranza di per-
sone (10,7%). Sulla ridotta entità di tale forma richiesta può influire il fatto che la prassi
dell’aiuto economico diretto nei CdA appare in netto calo, anche a causa della crescen-
te presenza di altri tipi di misure e servizi dedicati in modo specifco al sostegno econo-
mico (micro credito familiare o d’impresa, Prestito della Speranza, fondi diocesani di so-
lidarietà, ecc.).
Le ulteriori voci di richiesta fanno registrare livelli numerici poco signifcativi, tutti in-
feriori al dieci percento circa degli utenti. Un ambito meritevole di commento riguarda la
richiesta di lavoro, espressa in modo esplicito dall’8,3% degli utenti. Se si tiene conto che
il 47,3% degli utenti ha dichiarato la presenza di problemi lavorativi, appare evidente che
non tutte le persone disoccupate o in situazione di precarietà chiedono alla Caritas di at-
tivarsi nella ricerca di un’occupazione. E questo sia perché un gran numero di CdA non è
in grado di soddisfare questa esigenza in modo costante, sia perché non tutte le persone
uffcialmente disoccupate sono impegnate attivamente nella ricerca di un lavoro (a cau-
sa di impegni familiari gravosi, diffusione di lavoro nero, forme di rassegnazione e scarsa
motivazione all’impegno di alcuni, volontà di non rinunciare a sussidi e indennità legate
allo stato di disoccupazione, ecc.).


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