Page 128 - index
P. 128

IL BILANCIO DELLA CRISI


La questione dei più giovani come indicatore
di una opzione strategica di contrasto alla povertà
In questo senso la questione minorile/giovanile deve essere assunta come indicato-
re di una opzione strategica nazionale di contrasto alla povertà. La dispersione scolasti-
ca, la connessa questione dei Neet, l’accesso al mondo del lavoro, la precarietà spesso
6
anticamera della povertà devono assumere un valore di priorità nel più ampio scenario
delle politiche sociali, con politiche nazionali, interventi locali e un’attenzione da parte
dei soggetti sociali.
L’attenzione rivolta dall’attuale Governo agli aspetti strutturali degli edifci scolastici
rappresenta un elemento non solo simbolico in questa direzione. Interrompere i circuiti
di povertà passa certamente attraverso misure di contrasto alla dispersione scolastica e
a bassi livelli di formazione. Ma il circuito virtuoso da stimolare è quello che consiste nel
connettere tutti gli interventi in favore delle famiglie ad una efcace scolarizzazione dei
minori, stimolando comportamenti proattivi anche in questo ambito.

Alcune piste di lavoro
• I soggetti attivi sul fronte del contrasto alla povertà possono verifcare la produzione
di studi locali sulla dispersione scolastica, la distribuzione territoriale del fenomeno,
propedeutici a tavoli locali con i soggetti istituzionali e sociali che si occupano di fa-
miglie e minori, fnalizzati alla progettazione di interventi per il contenimento del fe-
nomeno, alla mappatura delle azioni già in atto, nella prospettiva di strategie territo-
riali integrate capaci di raforzare le singole azioni in questo ambito.
• D’altro canto andrebbe anche indagato il tema degli efetti della dispersione scolastica
sull’accesso al mercato del lavoro sia sul piano della disponibilità di dati, sia sul pia-
no delle politiche e delle progettualità in questo ambito, per verifcare la possibilità
di un raforzamento delle azioni valutate come più efcaci, promuovendo tavoli ter-
ritoriali dedicati.


Responsabilità e indignazione
Questo Rapporto non ha nessuna pretesa di esaustività, non avendo preso in consi-
derazione condizioni, anche estreme, presenti nel nostro paese, dovute in alcuni casi a
scelte legislative operate negli scorsi anni – non specifcamente in ambito sociale – che
hanno efetti pure drammatici riconducibili al tema della povertà. Questa scelta non è
una omissione.
Abbiamo la consapevolezza che la povertà genera soferenza sociale e personale, che
impedisce – come ci ricorda la nostra Carta Costituzionale – “il pieno sviluppo della perso-
na umana”, che ne avvilisce la dignità delle persone, ne deturpa il volto.
Abbiamo la consapevolezza che le carceri italiane sono un simbolo di politiche socia-
li non inclusive che in questi ultimi anni hanno carcerizzato inutilmente il disagio, come
nel caso delle dipendenze, e che ogni singola storia di reclusione sintetizza più efcace-
mente, per comprendere questi fenomeni, molte pagine di questo Rapporto.
Abbiamo la consapevolezza che le aree di disagio, i quartieri sensibili, le zone monta-
ne in via di spopolamento, i territori gravati dal drammatico mix di sottosviluppo e con-







6 L’acronimo Neet (Not in Education, Employment or Training) indica i giovani di età compresa tra i 15
e i 29 anni che non sono inseriti in percorsi scolastico/formativi e non sono neppure impegnati in
attività lavorative. Nel 2012 nel nostro paese erano 2.250 i giovani in questa condizione, pari al il
23,9% della popolazione tra i 15 e i 29 anni. Questa esclusione dai circuiti scolastico-formativi e
lavorativi ha interessato un numero progressivamente crescente di giovani nel 2009 e nel 2010, in
concomitanza con il ciclo economico negativo (cfr. Istat, Noi-Italia. 100 statistiche per capire il paese
in cui viviamo - 2014, disponibile su: www.istat.it).

126
   123   124   125   126   127   128   129   130   131