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IL BILANCIO DELLA CRISI


L’efetto aggregato delle misure di contenimento della spesa
Questo Rapporto ha scelto di non prendere in considerazione il tema più generale
delle disuguaglianze, né delle politiche sociali in senso più generale. Peraltro la crisi eco-
nomica e le politiche di contenimento della spesa hanno scaricato sulle famiglie oneri
economici crescenti, non sempre doverosamente contabilizzati. Gli esempi più noti sono
i cosiddetti “contributi volontari” richiesti alle famiglie dagli istituti scolastici, anche pri-
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mari, le politiche di tarifazione delle utilities e dei servizi sanitari – sottoposte a discipli-
ne regionali e locali non sempre connesse alla prova dei mezzi – che rappresentano un
ulteriore fattore di infragilimento dei redditi o di vero e proprio impoverimento, senza
contare l’efetto stigma che simili strategie contabili possono a volte comportare.
Salute, scuola, mobilità possono rappresentare non solo un costo aggiuntivo, ma an-
che la barriera che si frappone alle strategie individuali o familiari di uscita dalla condi-
zione di povertà. L’azione combinata di questi fattori può generare un efetto “trappola”,
tale da costruire un circuito di povertà da cui non si esce solo con misure di sostegno al
reddito o che produce condizioni di disagio anche per le persone e i nuclei che dispon-
gono di redditi al di sopra della soglia di povertà assoluta. D’altro canto l’utilizzo dell’Isee
per la cosiddetta “prova dei mezzi”, è paradossalmente invocata per i falsi poveri, ma il
suo non utilizzo è altrettanto paradossale in tutti quei casi in cui la sua assenza rischia di
fare “parti uguali tra disuguali”.
Cercheremo nei prossimi mesi di approfondire queste tematiche, per riuscire a co-
gliere, da questa prospettiva, quei fattori distorsivi nelle politiche e nelle scelte locali, che
possono gravare ulteriormente sulle condizioni delle fasce più fragili.

Alcune piste di lavoro
I soggetti attivi sul fronte del contrasto alla povertà hanno la possibilità – a livello re-
gionale e comunale – di verifcare se le condizioni di povertà/basso reddito sono valuta-
te per l’accesso ai servizi di base, quali:
• mobilità (tarife agevolate per i servizi di trasporto pubblico)
• servizi integrativi scolastici (mense, attività integrative)
• salute (esenzioni regionali e prova dei mezzi)
• tarifazione comunali per altri servizi.


In particolare sarebbe utile verifcare l’esistenza di studi locali che indagano aspetti
di questo tipo:
• screening sulla popolazione scolastica sul tema alimentazione/salute che possano evi-
denziare relazioni tra basso reddito e insorgenze di patologie/comportamenti ali-
mentari impropri
• studi su politiche di mobilità, tarifazione e forme di esclusione socio-territoriale.

Il ruolo delle risorse della Programmazione fnanziaria europea
nella lotta alla povertà
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Vista da una prospettiva europea la crisi sta causando un aumento drammatico delle
diseguaglianze e dell’esclusione sociale, un trend che minaccia la coesione sociale, non
solo all’interno del nostro paese ma anche e soprattutto tra i paesi dell’Unione Europea,
fatto assai allarmante, considerato che nei decenni precedenti la coesione sociale è stato
uno dei principi fondamentali che hanno guidato il processo di integrazione dell’Unio-


4 La cosiddetta «compartecipazione» (rispetto alla quota pagata dalle casse pubbliche) agli esborsi per
l’acquisto di medicinali e per il pagamento di prestazioni sanitarie ha subito un aumento di 700
milioni rispetto al 2010 (+25%). Sono i numeri che emergono dal confronto tra i rapporti di coor-
dinamento della fnanza pubblica della Corte dei conti del 2012 e del 2014 (cfr. ilsole24ore.com, 8
giugno 2014).
5 Questo paragrafo è stato scritto da Laura Stopponi, Ufcio Europa Caritas Italiana.

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