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Politiche deboli, in un orizzonte

5 temporale poco definito


Lo stato delle politiche

di contrasto alla povertà in Italia




L’avanzata della povertà


Come già detto nel capitolo 2, la difusione della povertà in Italia è aumentata. In
soli sei anni (dal 2007 al 2013, ultimo anno disponibile), i poveri assoluti sono più
che raddoppiati. La presenza della povertà ha allargato i propri confini andando a
colpire in misura significativa fasce della popolazione sinora poco toccate: il Centro-
nord, le famiglie con due figli, i nuclei con capofamiglia di età inferiore a 35 anni, le
famiglie con componenti occupati (Tabella 1).

Questo pone un problema Tabella 1 – Il nuovo volto della povertà assoluta in Italia
rispetto alle deboli politi- Prima della crisi Oggi
che pubbliche in questo
4% delle persone 10% delle persone
ambito – categoriali e in-
Questione meridionale Questione meridionale + questione settentrionale
sufficienti già nella fase
Un problema perlopiù degli anziani Un problema degli anziani e dei giovani
pre-crisi – non solo per il
Riguarda chi ha almeno 3 figli minori Riguarda chi ha almeno 2 figli minori
presente, ma anche nel fu-
Non tocca chi ha un lavoro Tocca anche chi ha un lavoro
turo prossimo che si può
prevedere segnato da livelli Fonte: Caritas Italiana, Il bilancio della crisi, 2014
di povertà stabilmente su-
periori al 2007.

Il quadro economico e le politiche del governo


Il 2015, peraltro, non sarà l’anno della svolta. Il quadro economico è segnato da in-
dicatori, se possibile, ancora più negativi degli anni precedenti. Una Europa, secondo
la BCE, con una ripresa stentata, il nostro Paese tendenzialmente in deflazione, con
tassi di disoccupazione al più stabili e un efetto delle politiche del governo – in tema
di rilancio della economia – ambivalenti. Il cosiddetto “bonus di 80 euro mensili” non
ha generato al momento efetti rilevanti sui consumi, anche se si perseguirà su que-
sta strada: l’ipotesi di una opzione concessa ai lavoratori di utilizzo di una quota di
TFR versato in busta paga andrebbe in questa direzione.
Il “bonus di 80 euro mensili” del Governo Renzi va analizzato anche per i suoi efetti
indiretti sui meno abbienti: questa misura, riservata ai lavoratori dipendenti che ab-
biano un reddito imponibile compreso tra 8.145 e 24 mila euro, è stata introdotta per
8 mesi (da maggio a dicembre 2014) e decresce linearmente, per annullarsi a 26 mila
euro. Circa una famiglia in povertà assoluta su quattro lo ha avuto: si tratta perlopiù
di nuclei con un solo reddito da lavoro e numerosi figli. Complessivamente, quindi, il
bonus di Renzi ha avuto un qualche efetto sulla povertà, ma di portata assai ridotta.
Eppure, sono le famiglie in povertà che hanno la più elevata propensione al con-
1
sumo: se infatti consideriamo quella media, notiamo (Tabella 2) che il divario tra la 1. La propensione media al
propensione al consumo del primo decile, vale a dire il 10% con il reddito più basso consumo può essere definita
(al quale appartiene il 7,9% delle famiglie che vivono la povertà assoluta), e quella come il rapporto tra spesa per
beni di consumo e reddito.
del secondo è consistente e decresce via via all’aumentare del reddito delle famiglie.

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Caritas Italiana | Flash Report su povertà ed esclusione sociale 2014 23
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