Page 43 - Rapporto_Annuale_2012
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A SERVIZIO DEL TERRITORIO · PERCORSI DI ANIMAZIONE E PROGETTI IN ITALIA









IMMIGRAZIONE
IMMIGRAZIONE






ATTIVITÀ A CARATTERE EMERGENZIALE
Venuta meno la pressione migratoria sulle coste italiane, che ha comportato una contestuale

diminuzione del nostro impegno in frontiera, è invece aumentato sensibilmente il lavoro sul fron-
te dell’accoglienza dei cosiddetti profughi, che ha visto numerose Caritas diocesane attive su
tutto il territorio nazionale. Ciò che appariva inizialmente una esperienza temporanea, da chiude-
re al massimo nell’arco di 12 mesi, si è invece trasformata in un vero e proprio percorso ad osta-
coli che ha richiesto un notevole lavoro di coordinamento con la rete delle Caritas diocesane e di

advocacy e lobbying con le istituzioni. A fine 2012 rimanevano nelle strutture della rete Caritas
ancora circa 1.000 persone, ovvero un terzo di quelle ospitate dall’inizio dell’emergenza grazie al
lavoro di circa 60 Caritas diocesane. Tra le attività a supporto delle Caritas diocesane va certa-

mente menzionato il finanziamento di un contributo straordinario stanziato dalla CEI attraverso i
fondi 8xmille, volto a sostenere le diocesi che hanno accolto persone giunte in seguito alla crisi
nordafricana. Tale finanziamento ha riguardato microprogettualità, con l’obiettivo di migliorare la
qualità dell’accoglienza dei migranti attraverso l’attivazione di servizi alla persona e attività comu-
nitarie non contemplate all’interno delle convenzioni stipulate con la Protezione civile.



ATTIVITÀ PROGETTUALI
Nel corso del 2012 si è avviata una ampia riflessione sul tema della tratta e dello sfrutta-

mento lavorativo da cui sono nate diverse proposte progettuali, in alcuni casi a carattere
sperimentale:
• un progetto sui rimpatri volontari assistiti delle donne nigeriane vittime di
tratta a scopo sessuale che si trovano in Italia. Si tratta di un progetto gesti-
to, per il tramite dell’USMI, da una congregazione di sorelle che hanno delle

case di accoglienza in Nigeria e che hanno già sviluppato delle progettuali-
tà volte al reinserimento delle donne che tornano in patria, aiutandole ad
avviare delle attività microimprenditoriali;




















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