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Mercoledì 27 Agosto 2014
Libia: si aggrava la crisi interna. L'appello di mons. Martinelli, Vescovo di Tripoli   versione testuale

«Non partiremo, rimarremo qui fino alla fine». E' quanto ci dice mons. Giovanni Martinelli, Vescovo di Tripoli, dopo l'acuirsi nelle ultime settimane in Libia della lotta tra le fazioni armate, che ha assunto ormai i tratti di una vera e propria guerra interna. L’acqua e l’elettricità mancano anche per 10 ore al giorno, «ma resistiamo, sperando di riuscire ad aiutare questi nostri fratelli», ci racconta ancora mons. Martinelli, che poi chiede «di pregare per la Libia, perchè non manchi al piccolo gruppo di sacerdoti, suore e laici rimasti in Libia, la forza di superare questo momento».

Mons. Martinelli con la sua piccola comunità cattolica ha sempre mantenuto, soprattutto negli ultimi tre anni di crisi, una lampada di speranza in particolare per centinaia di africani in cerca di protezione o di fuga attraverso la Libia. «Le comunità  cristiane prevalenti in Libia - ci dice il Vescovo - sono due: la filippina e l’ africana. La prima è composta  per la più gran parte di infermiere  e personale comunque impiegato nel settore sanitario. Vi sono anche lavoratori impiegati nel settore edile. La comunità africana, in tutto circa 400 persone,  è senz’altro quella che mostra la più grande sofferenza, non avendo occupazione stabile e duratura  e che  spesso non è neanche provvista di un regolare visto di residenza in questo Paese». 

«Queste due comunità - prosegue mons. Martinelli - ruotano attorno alle nostre chiese (ne abbiamo solo una a Tripoli dedicata a San Francesco ed una a Bengasi dedicata a Maria), ed ora che la situazione locale si sta facendo davvero difficile, le richieste di aiuto materiale a noi rivolte sono quotidiane e numerose». Ricordiamo in proposito come gli africani emigrano sotto qualunque condizione, provenendo  da  paesi poverissimi  e raggiungono la Libia viaggiando attraverso il deserto in condizioni spesso disperate. «Le banche non sono operative da molti giorni ormai, la circolazione del denaro scarseggia sempre di più e coloro che vorrebbero tornare a casa, si trovano a dover partire senza un soldo e ritornare alle loro famiglie in patria senza offrir loro alcun sostegno economico dopo anni di lavoro in Libia. E’ una situazione davvero insostenibile e per noi religiosi è impellente fornire loro aiuto ogni volta che si rivolgono alla nostra Chiesa» conclude il Vescovo di Tripoli.

Caritas Italiana accompagna da tempo con il suo supporto la comunità cristiania in Libia e in questa nuova fase di emergenza ha versato un primo contributo di 10.000 euro per le necessità  quotidiane.
 

Per sostenere gli interventi in corso, si possono inviare offerte a Caritas Italiana, via Aurelia 796 – 00165 Roma, tramite C/C POSTALE N. 347013 specificando nella causale: “Libia” e tramite queste modalità online.

Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:
• UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119
• Banca Prossima, piazza della Libertà 13, Roma – Iban: IT 06 A 03359 01600 100000012474
• Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
• Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113