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L'esperienza di Nadia   versione testuale
Difficile da raccontare in poche righe l’indimenticabile esperienza di Colonia e di Loreto. Non esistono parole,pur belle ed evocative che possano esprimere quello che è accaduto in quei giorni. Volti, sorrisi,parole, canti, emozioni e qualche lacrima hanno riempito le mie settimane.
A Colonia e a Loreto ci conoscevamo tutti, anche se non c’eravamo mai viste. Ad unirci era la nostra fede e il fatto di essere lì per cercare qualcosa, per trovare qualcuno che c’indicasse la strada da seguire. “Maestro dove abiti ? Venite e vedete”. Il maestro abita nella Parola, Nell’Eucarestia, nel seguire la propria vocazione, il maestro abita nel prossimo.
Sì, in quel prossimo che incontravo ogni qual volta il mio gruppo si incrociava con un altro, in quei giovani con cui ho scambiato un sorriso, un abbraccio, un guardarsi negli occhi e sentirsi profondamente legati l’uno all’altro. Ho respirato in quei giovani una grande fratellanza, una grande comunione in Cristo. Spagnoli , francesi, brasiliani, polacchi fra di noi non vi erano barriere, nemmeno la lingua era un ostacolo, poiché tutti parlavamo lo stesso linguaggio del Cristo risorto.
Per me la Gmg è un’esperienza eccezionale perché sono tante le cose che la caratterizzano e la contraddistinguono: gli imprevisti, le avventure in sacco a pelo, le lacrime che scendono sul viso senza accorgersene perché tanta è l’emozione di ascoltare un Papa che sembra parlare solo a te, che con la sola forza della parola riesce ad infiammare il cuore di tutti; le emozioni di una condivisione vera della stessa fede che supera ogni lingua, confine e cultura; il cantare per le strade o nei metro gli stessi canti di lode in lingue diverse, il
recitare il padre Nostro che pur nella diversità delle lingue si innalza come un’anima e un cuore solo, il toccare con mano l’universalità della Chiesa. Tutta la veglia e la Messa è un’emozione inspiegabile; milioni di giovani di diversa nazionalità ognuno con la propria radiolina in mano per seguire la celebrazione e ascoltare le parole del Pontefice, che con la sola forza della parola riesce ad infiammare il cuore di tutti. Tutto questo e anche tant’altro è la Gmg e per capirla c’è un solo modo: VIVERLA!!!
La Gmg che conta secondo me comincia proprio quando tutto finisce e si torna a casa… che fare? Continuare con il solito tran tran.. No!!. Incontrare Cristo significa dire no all’idolatria del proprio gruppo o movimento, uscire dai loculi che si è costruiti e mettersi in gioco per cambiare il mondo che è pieno di gente che ha sete di Dio e non trova chi li aiuta ad accostarsi alla sorgente giusta. Significa prendere in mano la vita perché la felicità non arriva gratis, ma va cercata, e va cercata in Gesù, poiché non  è vero che una “parola” vale l’altra, che tutte le religioni sono equivalenti; una sola è la verità ed è Cristo. Ed è stato con  questi sentimenti e con l’ascolto costante della Parola di Dio, che mai mi è mancata in questi ultimi sei anni in cui ho intrapreso un esperienza concreta di fede all’interno del cammino neocatecumenale, un itinerario di fede alla riscoperta del sacramento battesimale, che ho scelto di fare l’esperienza del Servizio Civile in Caritas.
Non potevo tenere per me la gioia di aver conosciuto Cristo, perché il Signore ci attira a sé, ci chiama, affinché noi non siamo più l’uomo o la donna di prima, ma dopo aver incontrato lui, dopo aver sperimentato la sua reale presenza nella nostra vita, la sua luce e il suo amore, possiamo tornare rinnovati dai nostri fratelli, amici e alla nostra realtà quotidiana.
Io sto svolgendo il Servizio Civile a Trapani in un centro di aggregazione per minori a rischio e questa esperienza mi sta arricchendo molto sia dal punto di vista personale che spirituale. All’interno del centro svolgo principalmente l’attività di sostegno scolastico, ma con i minori ogni giorno occorre inventarsi nuovi modi e nuove strategie sia per invogliarli allo studio ma anche per indirizzarli verso validi percorsi di crescita… nei nostri centri non ci si annoia mai!!! Torni a casa sfinita, ma sempre, nonostante qualche arrabbiatura, con il sorriso sulle labbra perché hai dato tanto ma hai ricevuto da ogni minore molto di più…
Questa esperienza mi ha aiutato molto a conoscere i miei limiti e le mie capacità. Si dice che il Servizio Civile cambia la vita, sembrerà un esagerazione, ma non è così. Perché se ci si lascia coinvolgere e ci si abbandona al servizio con amore, con quell’amore che viene da Dio, nel riconoscere “altro” come fratello, come immagine di Gesù Cristo, cadono le barriere e allarghi le braccia anche al bambino sporco e con i pidocchi che ti chiede solo un carezza perché non puoi rimanere indifferente, e finisci per donare tutta te stessa. Io non mi stanco mai di stare con i miei piccoli…li ascolto, li accompagno nel loro percorso di crescita, li sostengo,progetto con loro mi sono a cuore… Sinceramente quando ho iniziato non pensavo che mi sarei lasciata trasportare così. Pensavo che era un’esperienza come tante altre che avevo fatto in parrocchia ma il signore come capita sempre ha per noi dei progetti meravigliosi che non ci sono dati da comprendere subito ma che alla fine non ci lasciano mai delusi. E io non lo sono!!!
Ringrazio il Signore per avermi concesso di vivere questa esperienza in modo così forte come motivo di crescita spirituale e di ricchezza umana, di condivisione ma soprattutto di fraternità. Sicuramente un’esperienza che mi ha segnato e che rifarei all’infinito. A chi chiede:” E’ stato sul serio così bello?”. Rispondo: “No, di più”!