Giovedì 7 Luglio 2022
È stato pubblicato oggi il QRRP – Quaderno sulla Ripresa e Resilienza del Paese n. 3, curato da Salvatore Geraci, Alessia Maggi, Cinzia Neglia, Laura Rancilio. Titolo: "PNRR Missione Salute: non lasciamo indietro nessuno!". Il Piano affonda le sue motivazioni – politiche ed emozionali – nella pandemia: nello shock soggettivo, sociale, sanitario ed economico che ha provocato l’apparire sulla scena mondiale e locale di un contagio privo di cura. E in qualche misura tenta di correggere le storture dell’approccio neoliberista nelle politiche pubbliche, che in campo sanitario hanno contribuito a moltiplicare gli effetti del contagio.
Per queste ragioni è particolarmente rilevante analizzare il Piano rispetto agli interventi riguardo alla salute, al fine di verificare se siamo di fronte ad una effettiva inversione di tendenza o una modesta riarticolazione organizzativa. Le parole chiave di questa potenziale svolta sono belle e impegnative: prossimità, comunità, presa in carico globale della persona, domiciliarità. Ma la domanda che emerge è se l’impianto del PNRR e le sue prospettive attuative – che cominciano a delinearsi - sono adeguate a quelle parole.
Il Quaderno infatti segnala l'emergere del tema delle disuguaglianze nell’accesso ai servizi di salute e di come questo tempo deve rafforzare la consapevolezza verso questo fenomeno e l’impegno per il suo contrasto. L’impegno di Caritas in questo contesto deve essere quello «di attivare la comunità, migliorare la comunicazione e l’informazione e soprattutto essere propositiva anche, o soprattutto, nei confronti dell’istituzione per far sì che l’organizzazione concreta dei servizi e delle risposte renda ragione dei principi, per evitare che ci si organizzi unicamente sulla base delle necessità di prestazioni sanitarie e non per la costruzione di contesti che siano preparati ad accompagnare le persone durante la vita con una particolare attenzione ai momenti di fragilità».
Il Quaderno infatti segnala l'emergere del tema delle disuguaglianze nell’accesso ai servizi di salute e di come questo tempo deve rafforzare la consapevolezza verso questo fenomeno e l’impegno per il suo contrasto. L’impegno di Caritas in questo contesto deve essere quello «di attivare la comunità, migliorare la comunicazione e l’informazione e soprattutto essere propositiva anche, o soprattutto, nei confronti dell’istituzione per far sì che l’organizzazione concreta dei servizi e delle risposte renda ragione dei principi, per evitare che ci si organizzi unicamente sulla base delle necessità di prestazioni sanitarie e non per la costruzione di contesti che siano preparati ad accompagnare le persone durante la vita con una particolare attenzione ai momenti di fragilità».
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